I mercati azionari americani sono alle prese con i massimi storici mentre si avvicina il primo taglio dei tassi della Fed. A settembre, infatti, ci sarà il primo taglio dei tassi a partire dal luglio 2020. Cosa potrebbe accadere ai mercati azionari americani?
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha dichiarato che è giunto il momento di un taglio dei tassi di interesse, segnalando un cambiamento nella politica monetaria americana. La direzione è chiara, ma la tempistica e la velocità dei tagli dipenderanno dai dati economici e dall’evoluzione delle prospettive. Questo discorso apre la strada a un primo taglio dei tassi durante la riunione della Fed del 17-18 settembre. In Europa, la Banca Centrale Europea ha già iniziato un allentamento monetario a giugno, con un ulteriore intervento atteso per il 12 settembre.
Tuttavia, il focus della Fed sembra spostarsi: non solo sull’inflazione, ma anche sul sostegno al mercato del lavoro e all’economia in generale. Nonostante i segnali di miglioramento, l’inflazione non è ancora completamente sotto controllo, e il mercato del lavoro mostra i primi segni di debolezza, ma non si prevede una recessione imminente. La Fed potrebbe quindi iniziare a tagliare i tassi in modo graduale, con riduzioni di 25 punti base, a meno di sorprese economiche.
Questi tagli ai tassi, seppur attesi, dovrebbero favorire i mercati finanziari, ma potrebbero esserci ancora oscillazioni a breve termine dovute a incertezze economiche e geopolitiche. In generale, la storia suggerisce che i tagli dei tassi sono favorevoli per i mercati azionari nel medio-lungo termine.
Se si considerano periodi come il 1987, il 1995 e il 1998, quando i tagli dei tassi non sono stati accompagnati da una conseguente recessione, i rendimenti nei successivi uno o due anni sono stati particolarmente forti1. D’altra parte, non si può escludere completamente una recessione.
Dal 1984 al 2019, solo 2 volte su 8 (nel 2001 e nel 2007), il taglio dei tassi è stato accompagnata da un ribasso dei mercati sia dopo un anno che dopo due anni.
La tendenza in corso è rialzista, ma per averne la conferma potrebbe essere fondamentale rompere i massimi storici. In particolare, una chiusura settimanale superiore a 5.712,24 potrebbe favorire un’accelerazione al rialzo secondo lo scenario indicato in figura dalla linea tratteggiata. I ribassisti, invece, potrebbero riprendere il controllo della tendenza in corso nel caso di chiusure settimanali inferiori a 5.477,41.
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