In tempi di inflazione alle stelle il primo imperativo del piccolo risparmiatore è quello di non vedersi eroso il capitale. Quando i prezzi al consumo sono in salita vertiginosa, bastano pochi anni per abbattere capitali costruiti nel tempo.
Ora, tra le tante possibili soluzioni ecco il nuovo buono fruttifero postale indicizzato all’inflazione italiana per proteggere il potere d’acquisto del capitale. Il titolo è disponibile da giovedì 7 marzo e qui ne presentiamo i dati chiave.
Come funziona il buono fruttifero postale indicizzato all’inflazione italiana
I buoni sono emessi alla pari da CDP su base giornaliera e sono dedicati solo alle persone fisiche. CDP ne ammette la cointestazione fino a un massimo di 4 persone, ma devono essere tutte persone maggiorenni. L’intestazione del buono deve coincidere con quella del c/c o libretto postale necessario per il loro regolamento.
Hanno una durata di 10 anni a far data dal giorno d’acquisto, al termine dei quali diventano infruttiferi e inizia a decorrere il periodo di prescrizione. Al pari dei prodotti similari hanno un taglio minimo di 50 € e relativi multipli. Li si può sottoscrivere online, se abilitati all’operatività in remoto, o presso l’ufficio postale.
Poi non sono previsti costi di sottoscrizione, gestione e rimborso, finale o anticipato che sia. Le uniche eccezioni rimandano alle spese fiscali, ossia la ritenuta sugli interessi al 12,50% e l’imposta di bollo del 2×1.000 nei casi, modi e tempi previsti dalla Legge.
Ecco il nuovo buono fruttifero postale indicizzato all’inflazione italiana per proteggere il potere d’acquisto del capitale
Il buono paga un rendimento annuo lordo fisso crescente che, insieme ai soldi investiti in origine, è eventualmente rivalutato secondo il trend dell’inflazione italiana. Vediamo di comprendere meglio le condizioni economiche.
Il capitale e gli interessi fissi lordi (cioè, prodotti a prescindere dalla rivalutazione da inflazione), sono eventualmente rivalutati se il tasso inflazione è maggiore di zero. La rivalutazione segue le regole indicate nella sezione “Termini e modalità per la rivalutazione all’inflazione” ed è calcolata sull’intero periodo di possesso del buono. In ogni caso essa viene riconosciuta in sede di rimborso del titolo, e comunque non prima del 18° mese dall’acquisto.
Gli interessi sono calcolati in regime di capitalizzazione semplice su base bimestrale, e capitalizzati ogni anno in regime composto. La Tabella B del Foglio Informativo indica i coefficienti per il calcolo dell’importo minimo lordo e netto che CDP paga ad ogni bimestre. Ovviamente a far data dall’acquisto, solo in sede di rimborso del buono (finale o intermedio) e comunque non prima dei 18 mesi dalla sottoscrizione. Quanto all’inflazione, infine, i dati di riferimento saranno quelli ufficiali ISTAT (Indice FOI).
Le condizioni economiche del buono postale indicizzato all’inflazione italiana
Le pagine 6-7 del Foglio Informativo (sito di Poste, pagina dedicata al prodotto) sono indicate le relative condizioni economiche in vigore dal 7 marzo. La Tabella A riporta il tasso fisso annuo lordo e il tasso effettivo fisso annuo di rendimento minimo (lordo e netto) alla fine di ciascun periodo di possesso. Quest’ultimo è calcolato ipotizzando assenza di inflazione e seguendo la convenzione 30/360 ed è pari a:
- 1° anno: 0,00% lordo e netto;
- 2° anno: 0,25% lordo e 0,22% netto;
- 3° anno: 0,28% lordo e 0,25% netto;
- 4° anno: 0,30% lordo e 0,26% netto;
- 5° anno: 0,33% lordo e 0,29% netto;
- 6° anno: 0,36% lordo e 0,31% netto;
- 7° anno: 0,41% lordo e 0,36% netto;
- 8° anno: 0,47% lordo e 0,41% netto;
- 9° anno: 0,53% lordo e 0,46% netto;
- 10° anno: 0,60% lordo e 0,53% netto.
La successiva Tabella B, invece, illustra quali sono i coefficienti fissi da utilizzare per l’individuazione del’importo minimo lordo e netto spettante. Essi tengono conto dell’anzianità, cioè del tempo da cui si possiede il buono, e hanno cadenza bimestrale, a decorrere dalla propria data di sottoscrizione del prodotto.