Una tragedia che ha provocato oltre 11mila morti, ma che era annunciata da tempo. Ecco che cosa è successo in Libia
La tragedia di Derna, città portuale a Nord-Ovest della Libia, ha assunto ben presto i connotati di un vero e proprio disastro epocale.
Il crollo delle due dighe della città libica ha infatti provocato l’inondazione di gran parte della zona, causando una vera e propria strage. Il bollettino delle persone decedute è infatti arrivato a circa 11.300, ma si attendono ulteriori drammatici aggiornamenti. In queste ore molti si stanno chiedendo che cosa sia accaduto davvero in Libia e perché per numerosi esperti questa è una tragedia ampiamente annunciata.
Quelle crepe segnalate e i lavori mai iniziati
Una tragedia di questo tipo non si vedeva da decenni. Nonostante la lontananza geografica, il dolore di un disastro che ha coinvolto un intero Paese è condiviso da ognuno di noi, dopo ogni notizia lanciata dai telegiornali, in cui si vedono case distrutte e corpi senza vita. La tempesta Daniel che si è abbattuta sul Paese Nordafricano ha infatti provocato potenti piogge torrenziali che, in pochi minuti, hanno provocato il crollo delle due dighe che si trovano nei pressi di Derna. Quella di Abou Mansour – la prima diga a cedere – aveva una capacità di 22,5 milioni di metri cubi di acqua. Si trovava a 13 chilometri dalla città e la sua rottura ha provocato paurosi fiumi d’acqua che hanno proseguito la loro corsa come una mandria impazzita.
Una potenza della natura che non ha trovato nessun ostacolo nemmeno di fronte alla seconda barriera, quella di Al-Bilad, dalla capacità di 1,5 milioni di metri cubi. La diga era a solo un chilometro dalla città. Chi lo ha visto e può raccontarlo parla di una vera furia di acqua che ha investito la città, distruggendo tutto ciò che incontrava: i morti sono più di 11mila. Una tragedia che lascia senza parole, se si pensa anche alla fragilità che sta vivendo da decenni il Paese e allo sforzo necessario che servirà ora per potersi rialzare ed evitare che la parte della città sopravvissuta (gli abitanti erano circa 50.000 mila) si abbandoni alla disperazione.
Ma la storia delle due dighe crollate a Derna ha tutti i connotati necessari per essere raccontata come una vera e propria tragedia annunciata. Le strutture, secondo quanto riferito dal procuratore generale libico al-Seddik al-Sour, servivono per proteggere la città dalle inondazioni. Un progetto fallito che, però, aveva ricevuto le avvisaglie di numerosi esperti. Già nel 1998, infatti, la direzione delle dighe in Libia aveva segnalato alcune lesioni alle infrastrutture. Il governo era quindi intervenuto solo due anno dopo incaricando uno studio di progettazione italiano. I risultati delle rilevazioni evidenziarono già allora le lesioni già segnalate dalla direzione libica. In più si raccomandava la costruzione di una terza barriera a protezione di Derna. Un fattore che, forse, avrebbe aiutato ad evitare la tragedia che stiamo raccontando.
L’instabilità politica e i lavori mai iniziati
Nonostante le avvisaglie e i rilievi degli esperti, i lavori di riparazione furono commissionati solo nel 2007. Quell’anno il regime guidato da Gheddafi incaricò una ditta turca per svolgere finalmente la dovuta manutenzione. I soldi promessi non arrivarono subito e le operazioni iniziarono solo nell’ottobre del 2010. Tuttavia, furono sospesi cinque mesi dopo a causa della rivoluzione che nel 2011 interessò gran parte dei Paesi Nordafricani: la “Primavera Araba”.
Solo nel 2021, l’ufficio di audit libico avvertiva del pericolo, accusando i vari governi che si erano succeduti di essere stati troppo esitanti sull’eseguire i lavori. Nel 2022, lo studio di un docente universitario libico e ingegnere Abdel-Wanis Ashour, annunciava la possibilità di una reale “catastrofe”. La diga aveva bisogno di manutenzione e la città di Derna stava correndo un rischio incalcolabile. Una tragedia annunciata dunque, probabilmente causata anche dall’estesa instabilità politica che interessa il Paes ormai da anni.