Com’era facile prevedere, prosegue a ritmi sostenuti la raccolta di provviste da parte del Tesoro. Il Governo deve far fronte a molteplici voci di spesa, da quelle correnti a quelle per investimenti, per cui il MEF ha chiamato a compiere gli straordinari.
Prendiamo in esame il mese di maggio, per esempio. Dopo la settimana in cui è andata in scena l’emissione della 4° serie del BTP Valore (scadenza: maggio 2030), nella successiva è stata la volta del titolo Green. Ma cosa sono e come funzionano i BTP Green tornati alla ribalta dopo l’emissione del recente BTP Valore?
In estrema sintesi, si tratta di sovereign bond, e quindi di prestiti a uno Stato, in cui il capitale raccolto viene destinato a specifiche necessità di spesa collettiva. Nel caso specifico dei Green, per finanziare e sostenere quelle attività dai risvolti positivi sull’ambiente, la sostenibilità, la lotta al cambiamento climatico, etc. In altri termini cercano di sostenere (finanziariamente) la transazione green di cui il Mondo intero ha bisogno e li richiede a gran voce.
Vista nell’ottica dell’investitore, invece, si tratta di obbligazioni di lungo termine collocati da un emittente sovrano. Nel caso italiano, di bond di lungo termine al pari degli altri BTP emessi sempre dal MEF.
In Italia la prima emissione in tema risale al 2021, e si tratta del BTP Green con scadenza 30 aprile 2045. L’obbligazione ha cedola all’1,50% annuo lordo (1,3125% netto) e al momento prezza sul MOT sui 63,70 centesimi. Ne deriva che il rendimento effettivo annuo lordo a scadenza è del 4,15% (fonte: Borsa Italiana).
La principale distinzione rispetto agli altri BTP del Tesoro, quindi, resta nella destinazione specifica dei soldi raccolti tramite la loro emissione. Per il resto diciamo che si tratta di BTP di lungo termine che ripagano la fiducia degli investitori attraverso le cedole semestrali. Ad esempio, al momento sui bond emessi di questa tipologia non c’è nessun premio fedeltà (intermedio e/o finale).
Ancora, resta invariata la tassazione al 12,50% sugli interessi maturati e le eventuali plusvalenze da capital gain. È invariato a 1.000 euro (e relativi multipli) il taglio minimo di sottoscrizione, mentre la valuta di denominazione è l’euro (zero rischi di cambio per l’investitore in euro).
Quanto alla modalità di collocamento, infine, è il Tesoro a regolarsi di volta in volta sul sentiero da percorrere. Si spazia infatti dall’asta marginale al sindacato di collocamento (tipo l’emissione della scorsa settimana) a seconda dei tempi e/o necessità.
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