È valido decidere i termini per un contratto di affitto tramite WhatsApp? Ecco tutte le risposte a questa domanda.
Durante gli ultimi anni, WhatsApp si è trasformato in un mezzo di comunicazione molto importante nel mondo intero. Tramite le sue chat, vi è la possibilità di scambiare ogni tipo di informazione, sia verbale che scritta.
Insomma, nel giro di poco tempo quest’app di messaggistica è diventata uno strumento fondamentale per quanto riguarda i rapporti nella vita professionale ma anche nell’ambito personale. Alcune volte, però, WhatsApp si può trasformare in un mezzo utile per portare a termine contratti o accordi, tra cui quelli di locazione. Ma tutto ciò è valido da un punto di vista legale?
In genere, una chat WhatsApp viene riconosciuta al punto da essere addirittura utilizzata durante una sede processuale, diventando così una vera e propria prova. Sappiamo inoltre che un contratto di affitto inviato sulla piattaforma in questione è valido a tutti gli effetti. Infatti, le disposizioni condivise tramite i vari messaggi, vengono considerate idonei per dimostrare gli accordi raggiunti tra locatario e locatore.
Quindi, solo se non vi sono degli adempimenti particolari di legge che hanno bisogno di una classe differente, anche soltanto una chat può trasformarsi in un mezzo per concludere un accordo tra un futuro inquilino e un proprietario di casa. Ciò che conta, per fare in modo che il contratto sia valido, è il fatto che la comunicazione sia completa e precisa e che abbia ogni informazione necessaria affinché non vi siano delle incomprensioni. In ogni caso, l’accordo raggiunto deve essere conservato tramite lo screenshot del documento.
Inoltre, è sempre meglio stipulare un accordo dettagliato per iscritto, così da limitare il più possibile la presenza di incertezze nell’interpretazione del contratto. Tuttavia, sebbene sia valido pattuire un contratto su WhatsApp, sappiamo anche che dare una disdetta utilizzando il servizio di messaggistica non è altrettanto contemplato. Infatti, per poterla inviare bisogna sempre agire tramite raccomandata A/R oppure attraverso Pec.
Per quanto riguarda le diffide, queste possono essere spedite online ma devono essere redatte in forma scritta da un avvocato. Si tratta di un’operazione che può essere fatta tramite PEC, Telegram o WhatsApp. Nel caso di quest’ultima ipotesi, è necessario vedere la doppia spunta come garanzia che la comunicazione sia stata letta. È molto importante, però, che il messaggio venga inviato dallo studio legale o direttamente dall’avvocato a cui si è chiesto supporto.
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