I tassi di interesse in area euro sono intorno al 4,5% e a sentire la Lagarde, Presidente della BCE, nell’ultimo meeting della Banca centrale, questi potrebbero rimanere sui livelli attuali ancora per diversi mesi, se non anni (questo lo aggiungiamo noi). L’inflazione sta rientrando e sembrerebbe diretta verso il 2% (ci arriverà nel 2024? E se rimarrà ferma?), ma la crescita rimane sostenuta. I dati macroeconomici sembrerebbero non giustificare l’inizio della politica espansiva della BCE. Questo per la gioia dei risparmiatori italiani, gli ex BOT people, che erano abituati a rinvestire i loro risparmi nei titoli di Stato con un alto rendimento. Alla fine il Lettore deve sapere che il tasso di interesse, ha il compito di evitare la svalutazione dei soldi, e questo “viene dato” per conservarne il valore. Di fatto, non è un vero e proprio guadagno, ma la conservazione del potere di acquisto. Diversa cosa è l’investimento azionario, che nel lungo termine ha mostrato un rendimento superiore all’inflazione e quindi garantito un surplus rispetto ad essa. I mercati americani, ad esempio hanno reso l’11% all’anno di media dal 1898 ad oggi. Questo, senza considerare gli stacchi dividendi.
I listini azionari internazionali continuano a mostrare tenuta al rialzo, e questa potrebbe continuare fino alla prima decade di marzo. I primi giorni di questo mese, ciclicamente rapprestano un punto di arrivo:
se si arriva con un ribasso, si potrebbe ripartire al rialzo;
se si arriva con un rialzo, si potrebbe lasciare spazio a un ritracciamento di 1 mese almeno.
Le attese sono per un rendimento intorno al 10% per l’anno in corso dei mercati azionari internazionali.
Fra investimento obbligazionario e azionario, vince sicuramente quest’ ultimo in ottica di almeno 10 anni, stravince in ottica ventennale e oltre. Attenzione, ci riferiamo all’indice azionario mondiale e non a un singolo indice azionaro!
Investire in azioni quindi sarebbe premiante rispetto alle obbligazioni, ma maggiore è il guadagno e maggiori sono i rischi. Per guadagnare sui mercati azionari ci sarebbero delle regole da seguire:
diversificazioni su tutte le Borse mondiali in base al PIL;
durata dell’investimento (almeno 10 anni);
questo lasso temporale potrebbe diminuire quando si compra su ribassi superiori al 20%.
Quindi, investire sulle singole azioni comporta rischi maggiori. Ad esempio, quella società quotata potrebbe anche fallire e quindi si potrebbero perdere tutti i soldi. Oppure, mentre le Borse mondiali salgono, queste azioni potrebbero andare controcorrente.
Secondo alcune statisiche, le azioni che staccano dividendi elevati performano meglio rispetto alla altre. Ecco in ordine di performance alcune azioni che nel 2023 hanno staccato dividendi fra il 7 e il 9% e che probabilmente lo faranno anche quest’anno:
Intesa Sanpaolo , Unipol, Italgas, ENEL, Banca Mediolanum, Poste Italiane, Mediobanca, ENI, Generali e Stellantis.
Questi verranno staccati quasi tutti nel mese di maggio, ENEL, ha già staccato l’acconto a gennaio. Stellantis forse staccherà nel mese di aprile.
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