In pochi accettano il tradimento in una coppia, ma quando succede in caso di divorzio è molto rischioso. Ecco quali sono i diritti che potresti perdere.
La gelosia nelle coppie è molto diffusa perché la costruzione monogama delle relazioni e, per legge, del matrimonio, mal tollera una scappatella. Essere traditi non è sicuramente una bella cosa, in quanto si rompe una promessa fatta davanti all’altare, che è quella di reciproca fedeltà. Anche se essere adulteri in Italia e nelle altre nazioni occidentali non è più illegale, la legge tutela il coniuge tradito e chi attua questo comportamento è punito, con l’addebito della separazione.
Il termine fa riferimento al fatto che il coniuge fedifrago, in fase di dissoluzione del matrimonio, perde il diritto al mantenimento da parte della persona che ha subìto il tradimento. Oltre a ciò, il coniuge che ha tradito l’altro deve rinunciare ai diritti successori nei confronti dell’ex.
Ovvero, se il partner dovesse morire prima della sentenza del divorzio, l’altro non avrebbe diritto alla sua quota ereditaria (i diritti successori, infatti, generalmente cessano solo con l’ufficializzazione della fine del matrimonio). Tuttavia, la persona tradita deve dimostrare due cose: che la crisi coniugale è causata dall’infedeltà del coniuge e che l’atto in questione c’è stato.
Cosa succede quando si perdona un tradimento? Se la persona tradita tollera l’accaduto e continua a convivere sotto lo stesso tetto per anni nonostante conosca la situazione, quali sono le conseguenze nel caso in cui dovesse chiedere ad un certo punto la separazione, adducendo la colpa a quell’infedeltà che ha sempre sopportato? La legge è molto chiara quando si tratta di infedeltà, ma anche sulla causa della fine di un matrimonio. Ecco cosa può succedere al coniuge che desidera il divorzio.
Come detto in precedenza, il tradimento deve essere la causa principale della rottura per poter ottenere l’addebito. Altrimenti, se la coppia era già in crisi e la scappatella è avvenuta a causa di quella situazione coniugale, allora il partner in fase di separazione non può chiedere l’addebito. Dunque, bisogna dimostrare al giudice che c’è un nesso di casualità e che è proprio il comportamento contrario ai doveri coniugali ad aver portato alla fine del matrimonio.
Se, ad esempio, uno dei due non vuole avere intimità e poi, in fase di separazione, chiede l’addebito in caso di tradimento, esso non può ottenerlo, perché anche lui/lei ha violato un dovere coniugale e quella scappatella è dovuta proprio all’assenza di rapporti sessuali. Stesso discorso se il coniuge è violento o se ha rapporti con l’altro che pongono la coppia ad una crisi. Quindi, se uno dei due tollera un tradimento e poi chiede la separazione con addebito per questo motivo, la richiesta non può essere giustificata.
Il motivo è perché l’accettazione passiva dell’infedeltà fa venire meno la causa della rottura e, dunque, dell’addebito a quel tradimento tollerato per anni. La legge parla chiaro: deve essere l’infedeltà la causa della rottura del matrimonio per ottenere la separazione con addebito. In conclusione, secondo la normativa esistono tradimenti che possono essere “giustificati”, mentre altri no.
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