Sempre più persone hanno paura di essere felici, ripudiando i momenti di gioia. Cos’è la cherofobia e quali sono i sintomi.
In generale, si ritiene che la felicità e il benessere siano componenti essenziali per una vita di successo e appagante.
Infatti, nel 2012, le Nazioni Unite hanno proclamato il 20 marzo Giornata Internazionale della Felicità, per riconoscere l’importanza del benessere come obiettivo universale per tutte le persone. In effetti, le raccomandazioni alle politiche pubbliche hanno delineato un approccio più equilibrato alla crescita economica, con l’intenzione di promuovere risultati sociali di felicità, sviluppo sostenibile ed eliminazione della povertà.
Ne consegue che la ricerca della felicità è stata per molti decenni un obiettivo centrale sia della ricerca psicologica che dell’industria dell’auto-aiuto, come mezzo per migliorare la qualità della vita.
Potrebbe dunque sorprenderti che le persone possano sperimentare la cherofobia, una paura della felicità che porta all’evitamento attivo di situazioni gioiose.
Il termine cherofobia, originato dal termine greco “chairo”, che significa “rallegrarsi”, è l’avversione o la paura della felicità. Sebbene la cherofobia non sia attualmente riconosciuta come disturbo clinico dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, diversi studi hanno iniziato a convalidare scientificamente la sua esistenza.
Per capire perché alcune persone si sentono contrarie alla felicità, possiamo iniziare esaminando il valore attribuito alla felicità attraverso le culture.
Nella società occidentale, la felicità è spesso vista come l’obiettivo finale della vita. È considerato uno degli obiettivi più importanti che guidano la vita delle persone. Di conseguenza, c’è stato un notevole aumento della ricerca psicologica che indaga sul concetto di felicità negli ultimi decenni.
È stato affermato che per molte culture non occidentali l’importanza della felicità è ridotta o almeno assume una posizione inferiore rispetto ad altri obiettivi sociali. Ciò può essere, in parte, dovuto al fatto che la felicità personale è promossa nelle culture individualiste piuttosto che collettivistiche.
Ad esempio, nelle società individualiste come gli Stati Uniti e l’Europa occidentale/settentrionale, i diritti, la libertà e le preferenze personali di ogni individuo sono enfatizzati rispetto ai bisogni e alle aspettative di un gruppo interno come la famiglia, i gruppi di pari o la comunità.
Al contrario, nelle società collettivistiche come l’Asia orientale e l’America centro-meridionale, i bisogni e le aspirazioni di un importante gruppo interno hanno la priorità sui principi dell’individuo. In quanto tale, mentre la felicità personale può essere l’obiettivo principale per gli occidentali, altre culture attribuiscono più valore all’appartenenza e all’armonia sociale.
Mentre l’avversione per la felicità è stata ampiamente attribuita alla cultura, la ricerca emergente indica anche che i fattori di personalità possono moderare la relazione tra la paura della felicità e l’esperienza della felicità.
Attualmente non ci sono criteri diagnostici per la cherofobia; tuttavia, le condizioni basate sulla paura sono tipicamente classificate come disturbi d’ansia.
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