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Cultura

La Democracia Corinthiana: Il “Miracolo” del Calcio Brasileiro

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Nel panorama calcistico del Brasile, una squadra ha scritto una pagina unica nella storia del calcio mondiale: il Corinthians di San Paolo, che durante gli anni ’80 ha abbracciato un’ideologia politica chiamata “Democracia Corinthiana”. Questo movimento ha trasformato la gestione del calcio professionistico, andando oltre il semplice aspetto sportivo e abbracciando una visione progressista dell’organizzazione del club. La Democracia Corinthiana è stata un’esperienza unica nel calcio brasiliano, con una forte connotazione politica, sociale e culturale, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del calcio brasiliano.

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La storia della “Democracia Corinthiana” avanguardia negli anni 80

La storia della Democracia Corinthiana inizia negli anni ’80, quando il Brasile era sotto il controllo di un regime militare. Durante quel periodo, il paese affrontava gravi problemi politici e sociali, tra cui la censura dei media, la mancanza di libertà di espressione e la discriminazione razziale. In questo contesto, il Corinthians di San Paolo ha deciso di abbracciare una visione progressista e democratica dell’organizzazione del club, sfidando l’ordine costituito e promuovendo la partecipazione attiva dei giocatori nelle decisioni della squadra.

Uno degli aspetti principali della Democracia Corinthiana era la creazione di un ambiente di lavoro democratico all’interno del club. I giocatori del Corinthians avevano voce in capitolo nelle decisioni prese dalla squadra, inclusa la scelta dell’allenatore e la definizione delle tattiche di gioco. I giocatori potevano partecipare alle riunioni di squadra, esprimere le loro opinioni e prendere decisioni collettive. Questo approccio democratico ha dato ai giocatori un senso di appartenenza e di responsabilità nei confronti del club, creando un forte legame tra i membri della squadra.

La “Democracia Corinthiana”ideologia politico-calcistica a 360°

Questa ideologia politico calcistica non si limitava solo alla gestione interna della squadra, ma si estendeva anche alle questioni sociali e politiche. I giocatori del Corinthians erano noti per il loro impegno politico e sociale, utilizzando la loro visibilità nel calcio per promuovere cause progressiste come la democrazia, i diritti dei lavoratori, la lotta contro il razzismo e la difesa dell’ambiente. I giocatori partecipavano a manifestazioni pubbliche, facevano dichiarazioni politiche e utilizzavano il loro stipendio per sostenere cause sociali. Questo coinvolgimento politico era insolito nel calcio brasiliano dell’epoca, ma ha ottenuto un’enorme attenzione da parte dei media e del pubblico.

Un altro aspetto unico della Democracia Corinthiana era l’approccio al salario dei giocatori. Invece di avere stipendi fissi, i giocatori del Corinthians ricevevano lo stesso stipendio medio di un operaio metalmeccanico di San Paolo. Questo sistema di salario equo aveva lo scopo di ridurre le disuguaglianze all’interno della squadra e di promuovere una maggiore solidarietà tra i calciatore. Inoltre, i giocatori avevano la libertà di cercare sponsorizzazioni individuali e di gestire le loro entrate senza l’interferenza del club, il che era un’idea innovativa nel calcio professionistico dell’epoca.

Successo dentro e fuori dal campo e grande impatto sociale e culturale dell’epoca

La Democracia Corinthiana ha ottenuto un grande successo sul campo. Durante gli anni ’80, il Corinthians ha vinto diversi titoli, tra cui il Campionato Paulista (il campionato dello stato di San Paolo) e il Campionato Brasileiro Série A (il campionato nazionale brasiliano). La squadra era composta da giocatori talentuosi come Socrates, Wladimir, Casagrande e Zenon, che hanno giocato un ruolo chiave nel successo della squadra. Ma non era solo il successo sportivo a caratterizzare la Democracia Corinthiana, ma anche l’impatto sociale e culturale che ha avuto sul Brasile.

Questa corrente verrà vista come un’alternativa al sistema calcistico tradizionale, basato sulla gerarchia e sulla concentrazione del potere nelle mani dei dirigenti. Ispirerà altre squadre brasiliane e movimenti sociali, promuovendo la partecipazione dei giocatori e l’interazione con la società civile. Inoltre, la squadra del Corinthians è diventata un simbolo di resistenza contro il regime militare dell’epoca, sfidando la censura e promuovendo l’idea di democrazia e libertà di espressione.

Modello di avanguardia, ma che ha generato tante critiche in tutta la nazione

Tuttavia, la Democracia Corinthiana ha anche affrontato critiche e sfide. Alcuni critici sostenevano che l’ingerenza dei giocatori nelle decisioni tecniche potesse mettere a rischio la professionalità della squadra e compromettere i risultati sul campo. Altri sostenevano che la politica e lo sport dovessero essere separati, e che i giocatori dovessero limitarsi a giocare a calcio senza coinvolgersi in questioni sociali o politiche. Inoltre, il regime militare brasiliano non vedeva di buon occhio l’attivismo politico dei giocatori, e la squadra ha affrontato ostacoli come la censura dei media e le minacce alle loro libertà civili.

Nonostante queste sfide, la Democracia Corinthiana diventò una vera e propria rivoluzione nel calcio brasiliano e non solo. Dimostrando che il calcio può essere più di uno sport, ma anche un mezzo di cambiamento sociale e politico. Ha promosso l’idea di una gestione democratica nel calcio professionistico, in cui i giocatori hanno una voce attiva nelle decisioni che li riguardano direttamente. Ha anche posto l’attenzione su questioni sociali importanti come la democrazia, i diritti dei lavoratori e la lotta contro il razzismo.

Oggi, questa ideologia è considerata un’epoca leggendaria nella storia del Corinthians e del calcio brasiliano. La sua eredità vive ancora nelle idee di partecipazione e impegno sociale nel calcio moderno. Molte squadre in tutto il mondo hanno cercato di emulare il modello della Democracia Corinthiana, cercando di coinvolgere i giocatori nelle decisioni del club dentro e fuori dal rettangolo verde.

Ignazio Taormina

Copywriter, opinionista e redattore, ex volto della televisione nazionale sportitalia, esperto di Calcio e Tennis. Classe 1991

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