Quante volte capita di avere necessità di assumere un farmaco, ma di scoprire che è scaduto: ecco come comportarsi
I farmaci sono spesso acquistati, utilizzati per l’emergenza e poi abbandonati. Alla successiva occasione si è sicuri di avere quel determinato blister, tubetto di pomata, bustina, eccetera, ma nulla. Andando a vedere non vi è nient’altro che un farmaco scaduto.
Cosa fare? Buttare e basta? Quando un farmaco può considerarsi davvero scaduto e quando, invece no? C’è una regola ferrea da seguire per tutti oppure è possibile che ci sia un’eccezione? Innanzitutto si inizia col dire che bisogna conservare i farmaci seguendo in maniera certosina ciò che è riportato su confezione e/o bugiardino.
Questo perché vi è la seria possibilità di far andare a male un farmaco prima della data di scadenza. Quindi preservare l’efficacia è il primo passo per evitare di gettare via farmaci costosissimi.
Ci sono alcuni luoghi che andrebbero evitati per la conservazione dei farmaci. Meglio evitare, per eccesso di umidità, luoghi come lavanderia, cucina, bagno. Meglio un ripostiglio, un cassetto, mensola, scaffale di un’altra stanza come salotto, camera da letto, zona living.
Alla stregua dei prodotti destinati all’uso alimentare, su ogni farmaco vi è riportata quella data conosciuta come “data di scadenza”. In America l’ente regolatore dei farmaci, Food & Drug administration ha sottolineato che farmaci perfettamente conservati, senza che blister e confezioni fossero compromessi con aperture e altro genere di contaminazione, mantenessero la loro efficacia e integrità anche dopo la data di scadenza.
Addirittura ben 66 mesi la scadenza. Una ricerca condotta su lotti di magazzino scaduti dei quali l’88% restava integro, nonostante la scadenza superata.
Questo non vuol dire che sia del tutto sicuro utilizzare farmaci scaduti. Innanzitutto bisogna dire che i liquidi come colliri, sciroppi e via dicendo sono da considerarsi scaduti dopo la loro apertura e il tempo massimo di conservazione riportato in bugiardino. Le compresse e le pillole sono più stabili generalmente rispetto a sospensioni o soluzioni liquide.
Ad ogni modo bisogna sempre controllare che la colorazione, la consistenza, l’odore siano rimasti invariati. Quando una pomata ha superato la scadenza ma sembra essere ancora intatta si può utilizzare, se è più densa, ha cambiato colore, odore e risulta strana meglio gettarla via.
Le compresse in blister sono quelle più sicure perché essendo “monodose” assicurano la conservazione del farmaco. Le pomate, i colliri, creme, eccetera hanno un’apertura che mettono a contatto con l’esterno (compreso patogeni, germi e batteri) il tutto. Ad ogni modo, in caso di dubbio, meglio affidarsi al buon senso e gettare via gli scaduti.
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