Cosa fare e come informarsi se si decide di andare in terapia, magari dopo esserci già stati una prima volta.
Scegliere un terapeuta, magari dopo averci già provato, può sembrare un’impresa difficile, soprattutto se associata a una mancanza di comprensione sulla salute mentale. In tanti chiedono consiglio ad amici e parenti o cercano i terapeuti più vicini alla loro zona, ma una scelta frettolosa potrebbe rivelarsi insoddisfacente e far aumentare il rischio di smettere di andare in terapia prima del dovuto.
Come scegliere lo psicologo (intellettualediffidente.it)
Per di più, c’è uno stigma attorno alla salute mentale che fa pensare che la terapia sia solo per chi ha disturbi d’ansia o di depressione, ma ci sono tante altre casistiche in cui ne vale la pena, e per fortuna il bonus psicologo ha aiutato a de-stigmatizzare lo stato della terapia.
La scelta va fatta anche in base alla personalità del paziente. Tante persone quando pensano alla terapia si immaginano distesi su un lettino durante una seduta psicoanalitica, ma esistono tantissimi altri percorsi che non si basano su questo modello. Ci sono alcuni approcci che permettono di lavorare anche in solitaria, come la Terapia Cognitivo Comportamentale, con alcuni compiti pratici da fare.
Come scegliere la tipologia di terapia
Un’altra cosa da valutare per la scelta è capire se abbiamo bisogno di mettere un focus sul presente e sui sintomi rilevati o se sarebbe meglio andare in profondità per esplorare i malesseri passati. Ci sono anche terapie che sono più adatte per problemi specifici, come nel caso dell’insonnia o dell’ansia o della depressione ma anche della schizofrenia.
Quando ci si ritrova a scegliere, è bene basarsi su quali sono le specializzazioni del professionista in questione. Non sono tutti specializzati in qualsiasi area, quindi, è importante informarsi e chiedere. Esistono alcune piattaforme tipo Serenis e Unobravo che fanno compilare un questionario per permettere di orientarsi meglio, ma è sempre bene chiedere anche al professionista riguardo le sue specializzazioni.
Le terapie più comuni in Italia
In Italia sono cinque le pratiche di terapia più comuni. La prima è la Terapia Cognitivo Comportamentale, che sembra adatta ai disturbi d’ansia, quelli alimentari e di depressione. Mette il focus sulle cause e sulle convinzioni del paziente e spesso vengono dati da fare compiti pratici. La seconda è l’Approccio Psicodinamico, che si concentra invece sulle cause del disturbo e va a ricercare nell’inconscio del paziente.
La terza è l’Approccio Sistemico Relazionale, che invece si concentra sulle relazioni instaurate, spesso coinvolgendo anche la famiglia o la coppia nel percorso. La quarta terapia è la Psicoterapia Integrata, un metodo che mescola sistemi da scuole terapeutiche diverse per poter affrontare le esigenze specifiche. L’ultima è la Psicoterapia Bioenergetica, un approccio che vuole mettere insieme mente e corpo, adatta a chiunque voglia concentrarsi sui sintomi e sul corpo tramite il movimento e il respiro.