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Controlla bene i tuoi occhi: ci potrebbero essere segnali di Parkinson anche 7 anni prima della sua comparsa

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Valentina Trogu

Saper leggere i propri occhi significa poter scoprire una patologia come il Parkinson ben sette anni prima della sua manifestazione.

La prevenzione parte anche dagli occhi. Scopriamo quali sono i segnali da riconoscere per ipotizzare una possibile insorgenza del morbo di Parkinson.

occhi e Parkinson sintomi
Leggere gli occhi per scoprire il Parkinson – Lintellettualedissidente.it

La lotta al morbo di Parkinson continua e alcuni risultati importanti sembrano arrivare. Ricordiamo che parliamo di una malattia terribile, la cui scoperta precoce è fondamentale per limitare i danni all’organismo. La sindrome extrapiramidale è caratterizzata da rigidità muscolare, resistenza ai movimenti passivi, tremore a riposo che peggiora in caso di ansia e bradicinesia con difficoltà a iniziare e terminare i movimenti.

Chi soffre di Parkinson, poi, ha disturbi dell’equilibrio, una postura curva nonché l’andatura impacciata, lentezza nel parlare e depressione. Tutto a causa di una degenerazione neuronale della sostanza nera con progressione graduale e decorso prolungato. Nell’insorgenza dalla patologia incorrono sia componenti genetiche che ambientali. Non vi è cura ma trattamenti che alleviano i sintomi e che si diversificano da paziente a paziente. La ricerca sta cercando di migliorare le terapie e di sviluppare tecniche di neurotrapianto di sostanza grigia fetale ma si concentra soprattutto sulla prevenzione.

Riconoscere il Parkinson dagli occhi con sette anni di anticipo

Alcuni ricercatori dell’University College di Londra e del Moorfields Eye Hospital hanno scoperto che con approfondite analisi agli occhi si potrebbe prevedere l’insorgenza del morbo con sette anni di anticipo. Lo screening sulla retina sarebbe risultato fondamentale.

Le novità della ricerca sul Parkinson
Riconoscere il Parkinson dagli occhi – L’intellettualedissidente.it

Lo spessore retinico interno cambia in chi ha la malattia di Parkinson. Da qui l’individuazione della retina come potenziale biomarcatore con valore prognostico. Uno studio di enorme portata che è ancora in atto ma che ha già raggiunto interessanti risultati grazie alle scansioni oculari tramite l’Intelligenza Artificiale. Una strada che ha rivelato anche segnali di condizioni neurodegenerative differenti come l’Alzheimer, la sclerosi multipla, la schizofrenia.

Gli occhi diventano, dunque, lo specchio della salute oltre che dell’anima. La tomografia a coerenza ottica è la scansione tridimensionale usata nelle cliniche oculistiche che potrebbe segnare il punto di svolta. Meno di sessanta secondi per avere una scansione oct con sezione trasversale della retina dai dettagli incredibili. In modo non invasivo, poi, si riescono a visualizzare strati di cellule sotto la superficie della pelle. L’IA scova informazioni nascoste nell’organismo semplicemente dalle immagini scansionate. Siamo nel mondo dell’oculomica.

E individuando in anticipo il Parkinson si aprono le porte su nuovi trattamenti. Si offre la possibilità di modificare lo stile di vita per rallentare l’insorgenza del morbo e l’impatto dei disturbi degenerativi.

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