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Taglialatela ricorda l’epica sfida ai rigori che fece perdere a Maradona

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Claudio Agave

“Meret? Ho sempre detto (e non sono il solo) che questo ragazzo ha un talento eccezionale, aveva soltanto bisogno di tranquillità e serenità, ha dimostrato anche una grande personalità. Tutto quello che sta ottenendo è meritato perché è un grande portiere. Rigori? Noi facevamo un lavoro formidabile. Avevamo scatoloni di videocassette e una giornata la dedicavamo a vedere come calciavano i rigori i calciatori che affrontavamo in partita. Così, per esempio, ho capito come pararli a un giocatore come Signori. Per affinare la tecnica in allenamento con Castellini lui bagnava pallone e guanti con il sapone. Adesso si blocca di meno il pallone perché i portieri di oggi hanno meno tecnica. Gioco dei portieri con i piedi? Meret quando sbagliò con l’Empoli lo disintegrarono, a Ospina con la Lazio non avvenne lo stesso. Gli allenatori che dicono ai portieri che devono giocare per forza con i piedi forse hanno bisogno di uno psicologo”, queste le parole di Pino Taglialatela durante la trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.

Taglialatela stupito da Kim e l’aneddoto su Maradona

Sempre durante Legends – Ci vediamo a Napoli, Taglialatela ha parlato di Kim e ha raccontato un aneddoto molto divertente: “Dopo Koulibaly è arrivato Kim, quando l’ho visto camminare mi sono chiesto se davvero giocasse a calcio, sembrava un cameriere. Invece è un fenomeno, con un difensore così un portiere dorme sogni tranquilli. Quando giocavo con Ferrara e Fabio Cannavaro loro arrivavano sempre prima, io potevo anche stare appoggiato al palo. Ogni volta dopo gli allenamenti Maradona si fermava per i rigori, con lui anche Giordano e lo stesso Renica. Una volta si sfidarono Renica e Maradona, Diego addirittura mi dava suggerimenti su dove calciare perché voleva farmi allenare bene e calciare anche lui meglio. La sfida la vinsi io perché, per l’appunto, sapevo dove avrebbe tirato Diego a un certo punto. Lui aveva un debole per me e mi perdonò ma con un altro non sapevo come poteva finire. A Maradona io devo il primo contratto vero, peraltro. Eravamo a tavola e mi chiese quanto guadagnassi, appena saputo che la cifra era bassa chiamò Moggi arrabbiatissimo al telefono e gli disse di aumentarmi l’ingaggio. Il giorno dopo giocammo contro il Parma, vincemmo 4-2. Poi facemmo allenamento il giorno successivo, Carmando mi disse che Moggi mi aspettava. Io avevo paura ma mi presentò il nuovo contratto, con ingaggio triplicato per tutti i tre anni successivi”.

La strana esperienza con Mazzarri

“Mazzarri fu il mio allenatore dei portieri per un certo periodo ma fu un’esperienza orribile. Castellini a Napoli fu sempre premiato come miglior portiere del campionato, per 4 anni consecutivi. Contro la Fiorentina ricordo che fece una parata alzandosi 2 metri da terra, c’era l’immagine dalla porta di Galli che inquadrava il campo, Galli si girò e applaudì chiedendosi come avesse fatto”, ha concluso.

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