Stare svegli di notte non è salutare per il nostro organismo, tantomeno quando in quelle ore si deve anche svolgere un lavoro impegnativo.
Quando cala la notte il nostro corpo ci chiede di andare a dormire e riposare. È fisiologico sentire il bisogno di addormentarsi ad un certo punto per ricaricare le batterie. Eppure ci sono persone che lavorano facendo turni notturni e stravolgono il normale ritmo dell’organismo.
È stato dimostrato, purtroppo, che alcuni dei sintomi comuni sviluppati da chi lavora di notte sono: diabete, cancro, depressione, e problemi cardiaci. Insomma chi stravolge il proprio orologio biologico per rimanere sveglio di notte, mette a dura prova la propria salute.
I normali ritmi circadiani del corpo vengono messi sottosopra. Il ritmo circadiano infatti è quel meccanismo che gli organismi viventi hanno sviluppato per sincronizzare il loro comportamento e le loro funzioni fisiologiche con il ciclo quotidiano di luminosità e oscurità causato dalla rotazione della terra. Stravolgere questo ciclo può stravolgere tutto.
Cosa dice la scienza
Per sottolineare gli effetti negativi che il non dormire di notte ha sull’organismo, la scienza ha condotto uno studio sulla relazione tra cibo e ciclo circadiano. Ed è stato fatto da un team di ricercatori dell’Università di Bristol sui roditori, ha individuato un meccanismo sottostante che può portare a cambiamenti nell’appetito quando i cicli “sonno e veglia” e i segnali “giorno e notte” non sono allineati.
Gli scienziati hanno fatto delle infusioni di un ormone chiamato corticosterone ai ratti, in sincronia o fuori fase con i segnali luce-buio. Questa sostanza è per i ratti ciò che il cortisolo è per gli esseri umani: un ormone che aumenta rapidamente nelle ore prima del risveglio e poi diminuisce costantemente durante il giorno. Gli scienziati hanno osservato che i ratti a cui veniva infuso il corticosterone mangiavano più della metà del loro cibo giornaliero nel momento in cui avrebbero dovuto dormire.
Pur non avendo aumento di peso, si trattava comunque di un enorme cambiamento nel loro comportamento alimentare, perché i geni che regolano l’appetito erano maggiormente attivi di notte.
Che effetto ha sull’uomo
Se si scoprisse che lo stesso fenomeno si verifica negli esseri umani? Cosa potrebbero fare i lavoratori che fanno turni di notte per ridurre al minimo l’impatto dei loro orari di lavoro sulla salute? Chi lavora di notte conosce i consigli per contrastare gli aspetti negativi del lavoro notturno: prendere un po’ di sole, fare un po’ di esercizio fisico e consumare i pasti a orari regolari.
Gli studi raccomandano questi consigli infatti. Essi hanno dimostrato come limitare i pasti durante il giorno potrebbe aiutare a prevenire i disturbi dell’umore associati al lavoro notturno. Anche un’alimentazione che limita le ore in cui le persone mangiano ma non necessariamente le calorie consumate, ha contribuito a migliorare la salute cardiaca. Lo dice infatti uno studio di 3 mesi condotto sui vigili del fuoco.
In conclusione, il team vuole trovare delle terapie farmacologiche per ridurre i disordini alimentari, sulla base di ciò che hanno scoperto. Anche se, avere uno stile di vita sano è per molti versi preferibile ai farmaci.