La storia della tecnologia ha delle radici estremamente antiche. Un’invenzione dell’antica Grecia permette oggi agli aerei di alzarsi in volo.
Il sogno del volo è qualcosa che stuzzica la fantasia e l’ingegno dell’uomo da sempre. Già nell’antica Grecia, pensatori e inventori si interrogavano su un modo per poter volare, ed è proprio su un’invenzione di quel periodo che si basa la tecnologia che oggi ha trasformato quel sogno in realtà.
Per molti il nome Filone di Bisanzio non dirà nulla, ma nell’antichità è stato considerato un grande inventore e studioso di meccanica. Allievo di Cesidio di Alessandria e maestro e compagno di studio di Erone di Alessandria, di Filone di Bisanzio ci sono arrivati diverse testimonianze, compresi alcune parti dei suoi famosi, almeno all’epoca, trattati di meccanica. Nella Belopoeica descrive lo studio sul funzionamento e sulla meccanica delle catapulte, con una lente di ingrandimento particolare su una costruita a Rodi con pistoni e molle meccaniche, mentre nella Pneumatica si descrivono diversi apparecchi che sfruttino le proprietà dell’aria e dell’acqua.
Uno dei marchingegni su cui Filone studiò maggiormente nella Pneumatica fu il Calamaio di Filone, un macchinario formato da cerchi in movimento con del liquido all’interno, dell’inchiostro nell’esempio della Pneumatica, che grazie al movimento creato dallo scorrimento del liquido e quello dei cerchi in movimento riusciva a muoversi all’infinito. I disegni di Filone nella Pneumatica e nel successivo trattato Automatopeica erano pura fantascienza per le tecniche di allora, ma molti anni dopo quello stesso principio sarebbe stato riutilizzato.
Un viaggio durato quasi 3.000 anni
Il testo originale della Pneumatica di Filone di Bisanzio è oggi perduto. Tuttavia una sua traduzione in arabo avvenuta successivamente e conservata durante tutto il medioevo ha permesso alle conoscenze del filosofo greco di sopravvivere fino al 1800. Nel 1817 l’astronomo tedesco Johann Bohnenberger realizzò uno strumento molto simile a quello che oggi definiremmo un giroscopio utilizzando il principio di rotazione circolare e dei liquidi studiato millenni prima da Filone. Nel 1851 Jean Bernard Léon Foucault utilizzò un apparecchio simile per dimostrare la rotazione terrestre.
Lo studio e l’applicazione dello strumento costruito da Fucault permisero di scoprirne molte altre proprietà completamente ignote prima di allora. Il fatto che il giroscopio puntasse sempre verso nord seguendo il campo magnetico terrestre lo resero un importante strumento di orientamento, specialmente per la navigazione. Poco tempo dopo quel principio fu utilizzato per costruire i primi esemplari di bussola giroscopica.
Qualcosa che permette agli aerei di volare
Oggi sappiamo che le bussole possono essere sostituite da dispositivi elettronici per l’orientamento a terra, ma le cose non sono così semplici quando si è in aria su una macchina alata di svariate tonnellate di peso. Gli strumenti elettronici ad alta quota non sono sempre affidabili al 100%, ecco perché ancora oggi, e a maggior ragione in passato, la bussola giroscopica è uno strumento vitale nelle cabine di pilotaggio.
Senza questo strumento, inventato a partire dagli studi di un filosofo greco, oggi i piloti di aeroplani non avrebbero la possibilità di alzarsi in volo. Magari l’aereo potrebbe anche decollare, ma sarebbe folle provarci senza sapere dove si sta andando.