Diciassette anni dopo Marco Materazzi torna sulla finale di Berlino e sulla testata ricevuta da Zinedine Zidane durante il match.
“Il cielo è azzurro sopra Berlino“, una frase che chiunque abbia vissuto anche da giovanissimo il 2006 ricorda perfettamente e ricollega a quanto accaduto la sera del 9 luglio di quell’anno. Sì perché quasi diciassette anni fa l’Italia di calcio ha battuto la Francia di Zidane, Henry, Vieira e Trezeguet – una delle più forti della storia – nella finale del mondiale e si è laureata per la quarta (e finora ultima) volta campione del mondo.
La frase in questione l’ha pronunciata Fabio Caressa al termine dei rigori che ci hanno concesso di sollevare la coppa ed è stata per mesi se non per anni riportata in qualche video YouTube (Facebook sarebbe arrivato da noi un paio di anni dopo) o in un servizio giornalistico sportivo. Ma al di là della gioia incontenibile provata in quel momento e del bellissimo ricordo di un inizio estate passato con gli amici a guardare le partite del mondiale, ci si ricorda anche dell’espulsione rimediata da Zidane – leader tecnico di quella Francia – per una testata rifilata a Marco Materazzi.
L’ex difensore dell’Inter partiva in quella competizione come sostituto della coppia formata da Alessandro Nesta e Fabio Cannavaro, ma il difensore romano s’infortunia alla terza partita e al suo posto da quel momento ci sarà proprio Materazzi. Un episodio sfortunato per l’ex fuoriclasse di Milan e Lazio, ma al contempo una fortuna per gli azzurri. Marco entra benissimo in partita e segna dopo pochi minuti e da quel momento acquisisce una sicurezza che sarà fondamentale per il cammino azzurro in Germania.
Sebbene tutta la squadra abbia offerto una prova maiuscola, l’eroe della finale di Berlino è stato proprio Materazzi. Il difensore ha segnato il gol dell’1-1 che ha permesso agli azzurri di pareggiare l’incontro e arrivare ai rigori, ma ha anche offerto una prova maiuscola, formando con Cannavaro una cerniera difensiva insuperabile. Tutti però si ricordano di quando il pallone d’oro Zidane gli ha dato una testata a centro di petto che gli è costata il rosso e la possibilità di essere decisivo ai rigori.
Una macchia nel curriculum di uno dei giocatori più belli a vedersi e forti della storia del calcio, che con il passare del tempo si è tramutato paradossalmente in una macchia anche per Marco Materazzi. Questo perché la FIFA lo ha squalificato a fine competizione per due giornate, motivo? Trash Talking. L’ex calciatore avrebbe utilizzato un frasario e un atteggiamento anti sportivo che è stato punito dalla federazione.
Ma cosa avrà detto mai a Zidane per farlo infuriare? Il francese ha fatto capire che la sua è stata una grave mancanza di rispetto. L’Italiano ha chiarito che il primo a provocare è stato lui dicendogli che se voleva la maglietta l’avrebbe avuta a fine partita, frase a cui lui ha risposto: “Guarda, non voglio la tua maglietta ma preferisco quella p… di tua sorella“.
Intervistato recentemente da Gianluca Gazzoli, Materazzi è tornato sull’episodio, soffermandosi però sulla punizione della FIFA e su come la vicenda è stata raccontata successivamente dai media: “Il problema è stato come è stata raccontata…9 persone su 10 che incontro mi dice: ‘Hai fatto bene a dargli la testata’, al contrario l’hanno raccontata”. Quando questo gli chiede per quale ragione si sia arrivati a invertire la verità, Materazzi risponde: “Per l’opinione pubblica ero io piccolino e lui molto grande“.
Quindi spiega che ad aver influito nella percezione è stata anche la squalifica ricevuta: “Anche solo il fatto di aver preso due giornate di squalifica, sono l’unico nella storia e sono orgoglioso di esserlo…Vorrei sapere chi è che dà due giornate di squalifica per trash talking, o pseudo trash talking…Io so com’è andata veramente e vado avanti”.
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