“Quando ero giovane io giocavo sempre in strada, già da piccolo mi cimentavo con i ragazzi più grandi e finii presto a giocare con le squadre superiori. Spesso giocavo a tennis e poi ho cambiato sport per giocare a calcio. Perché ho scelto di fare il difensore? Fu l’allenatore dell’Ajax a farmi stabilire in quella posizione lì, con il club olandese ho giocato in ogni posizione. Giocai prima come terzino sinistro e andò bene, poi dopo appena 5 partite in prima squadra mi guadagnai la convocazione in Nazionale, ho giocato anche il Mondiale.
Cruijff? Quel gruppo faceva parte di Amsterdam nel verso senso della parola, pochissimi erano di altre zone. Quindi avevamo una mentalità particolare. Quando entravamo in campo gli avversari già si impressionavano, questa cosa ci dava un po’ arroganza ed era quasi sempre come partire con un gol di vantaggio. Il martedì e il giovedì io mi allenavo prima degli altri, dovevo migliorare il mio sinistro. Sono stato stimolato dalla squadra, anche perché io ero il più giovane, dovevo comprendere ciò che volevano i miei compagni. Volevamo dimostrare di essere la più grande squadra al mondo di club, vincemmo tante Coppe dei Campioni e anche l’Intercontinentale.
Esperienza in America? Ho giocato 13 anni nell’Ajax sempre nella stessa posizione e nello stesso posto. Persi un po’ di motivazione, giocai non al mio livello nell’ultimo anno tranne che in Coppa dei Campioni perché ci tenevo a vincerla ancora ma perdemmo contro il Nottingham Forest in semifinale. Io volevo andare via già da prima ma il presidente non voleva vendermi, potevo andare anche a Parigi. Napoli? Io inizialmente ero in contatto con il Milan a dicembre, era la prima volta che si apriva agli stranieri. Però non se ne fece più nulla.
Ebbi contatti con Roma, Fiorentina e Torino, poi però finii all’Eintracht Francoforte. Dopo un po’ di tempo Antonio Juliano venne da me e decise di portarmi a Napoli, per me non c’era problema ma bisognava parlare con il presidente. Non trovarono l’accordo ma mi disse di andare comunque all’aeroporto per continuare a provare. Andai all’aeroporto ma Juliano non c’era, si presentò gli ultimi 5 minuti prima della partenza. Per me è stata un’esperienza molto diversa ma anche molto bella per tante cose.
Dal calcio totale al catenaccio? E’ stato molto difficile, mi feci un’idea guardando le partite degli azzurri quando avevo firmato. Gli automatismi erano importanti, nelle prime 3 partite prendemmo 6 gol. Parlai con Marchesi e Juliano e gli dissi che dovevamo cambiare qualcosa.
Maradona o Pelè, chi è stato più difficile da marcare? Contro Maradona ho giocato quando lui era più giovane, è stato più difficile, è stato il più grande giocatore della sua epoca“, queste le dichiarazioni del leggendario Ruud Krol alla trasmissione Legends – Ci vediamo a Napoli, produzione cura Nexting, in onda su Napflix (canale 116) e Canale 8 (numero 14 sul telecomando) ogni giovedì alle ore 21:00.
L’analisi della stagione del Napoli da parte di Krol
Krol ha poi continuato: “Il Napoli ha la tranquillità per vincere la Champions? Serie A e Champions sono molto diverse. Il Napoli ha perso contro il Milan ma ci ha vinto anche in casa. Ovviamente si è parlato tanto di Osimhen perché la sua assenza conta. Ma non ho paura: ho fiducia nel mister e nei giocatori, sono molto confidente per le prossime gare. Per tutti il Napoli non è stato al suo livello, gli errori tattici si possono rimediare ma in questa partita Leao e Diaz hanno ritrovato una buona forma, hanno ricevuto un po’ troppo spazio. Il Napoli ha faticato tanto e io mi chiedo se la fatica dei giocatori che vanno in Nazionale può essere un fattore, anche perché il Napoli ha giocatori da ogni parte del mondo. Il jet lag o stare troppo tempo in un aereo possono dare problemi al corpo.
La squadra comunque non è stata al suo livello ma questa cosa succede a ogni squadra del campionato almeno un paio di volte a stagione. Per esempio, se io giocavo meno bene in un periodo magari qualcuno dei miei compagni di squadra poteva giocare meglio nello stesso periodo. Il gol di Saelemaekers è la dimostrazione che il Milan voleva mostrare proprio a Napoli di essere ancora Campione d’Italia. Ma se fisicamente e mentalmente non sei stato al livello è stato più facile per loro. Il calcio è uno sport molto semplice ma la cosa più difficile è fare le cose semplici. Questa sconfitta comunque penso sia episodica. Tra Milan e Napoli, dopo questo risultato, ci sarà un cambio di atteggiamento dagli azzurri in Champions League. Osimhen chiede sempre il pallone profondo e anche Raspadori lo fa, a dispetto di Simeone”, spiega Krol.
Krol ha poi proseguito: “Osimhen sta facendo di tutto per tornare in campo contro il Milan? Bisogna decidere se rischiare o meno, Spalletti è un ottimo allenatore e sta facendo benissimo al Napoli, prenderà la decisione giusta. Contro il Milan il Napoli ha crossato tanto ma senza mai fare un cross buono per Simeone. Lecce? Io farei riposare almeno un paio di giocatori. Però sono dell’idea che non si debba mai cambiare troppo, anche perché i calciatori vogliono sempre giocare. Per me Spalletti ha già deciso cosa fare. Io ho visto allenarsi questo Napoli, si divertono molto i calciatori. E quando ti diverti senti meno la stanchezza. Spalletti è tanto duro quanto sorridente. Lavorano molto con la palla, anche perché in partita uno solo ha il pallone e gli altri devono fare movimenti.
Io contro Maradona? Giocai nel Resto del Mondo contro l’Argentina, fu una partita molto difficile, fu marcato da Tardelli che però si fece espellere. Noi giocammo una partita eccezionale, Bearzot ci motivò tanto e vincemmo lì a Buenos Aires. Anche con l’Olanda ci ho giocato, è stato un giocatore straordinario e sarà sempre così. Io ho giocato anche contro Pelè, contro il Cosmos per la partita di addio di Beckenbauer: è stato un onore giocare anche contro di lui. Come ci si rialza dopo le sconfitte? Continuando a giocare come prima. Contro il Milan non conta tanto vincere la partita lì a Milano, conta passare il turno. Il Napoli deve continuare a mostrare la grinta manifestata finora”, ha poi concluso la leggenda partenopea Ruud Krol.