Il caso di violenza sessuale di gruppo pone tutti dinanzi a un interrogativo: la castrazione chimica è la giusta soluzione?
Il mondo dovrebbe essere un posto in cui tutti possano sentirsi al sicuro. Un luogo in cui la violenza e la sopraffazione non dovrebbero nemmeno esistere. Eppure nonostante i più auspicabili desideri, il mondo è un posto in cui non è affatto facile vivere. Oggi ci appare sopraffatto da eventi drammatici e nefandezze, ma tuttavia è sempre stato così. Fin dalla notte dei tempi il più forte si è abbattuto sul più debole per farlo soffrire.
Il desiderio di prevalere sugli altri non si è mai fermato e ha caratterizzato diverse epoche. Il progresso e l’avanzamento tecnologico non hanno certo arginato il problema. Difatti nonostante alcune leggi tutelino determinate categorie di persone, si è ancora ben lontani dall’essere una società civile ed equilibrata.
Dopo secoli e secoli in cui le donne hanno combattuto per i loro diritti e per ottenere la parità, le ragazze si vedono ancora una volta colpite e offese. Le donne sono ancora costrette a subire soprusi e a pagare il costo della differenza di genere. Oltre alle differenze di stipendi fra uomo e donne, oltre al peso lavorativo ed emotivo che grava esclusivamente su di loro, devono sempre e ancora vivere episodi di violenza. Una violenza che, talvolta, si consuma fra le mura domestiche, da coloro che dovrebbero amarle e invece preferiscono abusare di loro.
Un recente episodio di cronaca nera ha visto protagonisti un gruppo di giovani che hanno violentato una ragazza. Un rituale macabro che si ripete ancora una volta, quello dell’abuso in gruppo. E dunque, dinanzi ad una così tragica situazione, quale potrebbe essere la soluzione? Da valutare la castrazione chimica, ma sarebbe utile davvero?
Il caso della violenza di gruppo e la possibile soluzione della castrazione chimica
Una storia triste che ha mosso l’opinione pubblica di tutto il Paese. Un gruppo di ragazzi più o meno sui vent’anni ha abusato di una ragazza. Giovani che dovrebbero pensare a divertirsi in modo sano e pulito, a costruire un futuro solido di cui andare fieri, i quali invece hanno preferito usare una parte del loro corpo nel peggiore dei modi possibili, rovinando per sempre la vita di una persona giovane come loro.
La vittima ha vissuto una delle cose più brutte che possano accadere nella vita. Un dolore e una ferita che non potranno mai guarire, nemmeno con il tempo.
E a loro, ai quei carnefici consapevoli del male che stavano arrecando, a loro cosa spetta? La magistratura valuterà le loro colpe e stabilirà una pena, ma il loro gesto resterà per sempre. Dinanzi ad una situazione degenerata, in cui gli episodi di violenza aumentano sempre di più è bene interrogarsi su quali possano essere le soluzioni da adottare. Alcuni parlano di castrazione chimica, ma è davvero corretto formulare questa ipotesi?
Dunque la castrazione chimica è un processo che riduce la libido e l’appetito sessuale delle persone. Si tratta di una terapia farmacologica e non di un intervento di evirazione. Da sottolineare inoltre che i tempi di durata di questo processo sono piuttosto lunghi. Pertanto è scorretto affrontare la “castrazione subito” dato che non si tratta di un qualcosa di immediato.
La castrazione non è consentita indistintamente ovunque, ma solo in alcuni Paesi come gli Stati Uniti, la Polonia, la Finlandia, la Germania, la Svezia e la Norvegia.
Alla luce di quanto è emerso riguardo al concetto di castrazione chimica sarebbe bene valutare un’opzione alternativa per risolvere il problema. Occorrerebbe lavorare sull’educazione dei maschi fin da bambini, in modo da avere giovani adulti meno violenti, più consapevoli dei loro gesti e soprattutto leali con l’altro sesso. La castrazione, infatti, non sarebbe che una soluzione a posteriori, che subentrerebbe solo a danno fatto. C’è bisogno invece di trovare una soluzione per arginare il problema a priori