Un recente studio sostiene che la misurazione della circonferenza del collo potrebbe determinare in modo affidabile alcuni rischi per la salute umana.
In particolare, la circonferenza del collo potrebbe evidenziare il rischio di sindrome metabolica, un gruppo di disturbi che favoriscono l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Ma questa non è l’unica informazione che può dare la circonferenza del collo.
Il tuo collo è sottile o piuttosto grosso? Un dettaglio apparentemente banale, ma che potrebbe essere più importante di quanto si pensi. Uno studio presentato al congresso della Asian Pacific Society of Cardiology, svoltosi dal 22 al 26 maggio 2019, afferma che la dimensione del collo sarebbe un vero indicatore dello stato di salute di un soggetto, consentendo di determinare i rischi di sindrome metabolica e quindi malattie cardiovascolari.
“Le donne con una circonferenza del collo superiore a 36 cm hanno maggiori probabilità di soffrire di sindrome metabolica” Nello studio, i ricercatori hanno misurato la circonferenza della vita, la pressione sanguigna e la glicemia a digiuno di 160 adulti filippini. Tra questi, il 16% aveva la sindrome metabolica e la circonferenza del collo era significativamente più alta in coloro che avevano pressione alta, diabete, glicemia elevata a digiuno o dislipidemia (concentrazione anormalmente elevata o ridotta di grassi nel sangue).
Le donne con una circonferenza del collo superiore a 36 cm e gli uomini con una circonferenza del collo superiore a 40 cm avevano in media maggiori probabilità di soffrire di sindrome metabolica. La sindrome metabolica non è considerata una malattia di per sé. Riunisce una serie di anomalie metaboliche che possono aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, attacchi di cuore o incidenti cerebrovascolari (CVA).
Si parla di sindrome metabolica quando la persona presenta almeno due di queste anomalie:
“La sindrome metabolica sta diventando un flagello globale con una diffusione in aumento”, sottolinea il dottor Pacifico D. Gines III, autore principale dello studio. “Abbiamo ipotizzato che la circonferenza cervicale potesse essere un modo semplice e rapido per identificare le persone affette da sindrome metabolica in modo che possono apportare cambiamenti allo stile di vita e ricevere cure che riducono al minimo il rischio di infarti e ictus”.
Secondo uno studio del 2018, si stima che circa il 25% della popolazione mondiale sia affetta da sindrome metabolica e che queste persone abbiano 3 volte più probabilità di subire un infarto o un ictus. Si consiglia alle persone con sindrome metabolica di seguire una dieta equilibrata (ricca di frutta e verdura), di mantenere un “peso sano”, di svolgere un’attività regolare (minimo 30 minuti al giorno) e di consultare regolarmente il proprio medico.
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