La vita ci pone sempre di fronte a delle scelte. Ecco qualche trucco per affrontare al meglio i rimpianti: mai evitarli o fuggire
Ognuno di noi dovrebbe vivere al massimo. Fare ciò che lo fa sentire realizzato, per essere felice, ovviamente. Ma anche per la propria salute psicofisica: vivere di rimpianti, infatti, è qualcosa che fa male alla nostra mente, ma anche al nostro corpo. Ecco come salvarsi da questo pericolo che può crearci non pochi problemi.
La nostra vita è fatta di scelte. Sul lavoro, nella vita personale e sentimentale. Accettare o non accettare un’offerta professionale. Portare avanti o no un rapporto di coppia. Rimanere nella propria città o andare via. Ogni giorno la vita ci pone di fronte a dei bivi e a scelte, importanti, anche radicali, che vanno a impattare su di noi e su chi ci sta accanto.
Siamo esseri umani, quindi possiamo sbagliare. Ma dobbiamo stare bene attenti a non farci distruggere dai rimpianti. Se, infatti, i rimorsi (cioè le cose che abbiamo fatto) ci tormentano soprattutto nel breve termine, i rimpianti rimangono lì, anche a distanza di moltissimi anni. Non bisogna farsi travolgere. “Non ti disunire” dice la famosa frase dell’ultimo capolavoro di Paolo Sorrentino, “È stata la mano di Dio”.
Mai vivere di rimpianti
Lo studio che dobbiamo tenere bene a mente è quello pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology. Come detto, i rimpianti non sono qualcosa da sottovalutare, perché se non li sai tenere a bada, possono degenerare in problemi ben più gravi quali ansia, depressione, scarsa autostima per ciò che concerne l’aspetto mentale. Ma non mancano i problemi di tipo fisico, come tensione muscolare, disturbi del sonno, alterazioni dell’appetito, mal di testa, stress cronico. Infatti, inizialmente abbiamo parlato di benessere psicofisico.
Fortunatamente, anche le scienze di tipo cognitivo hanno fatto oggi dei passi da gigante. Quindi conosciamo alcuni metodi per combattere i rimpianti, per affrontarli e viverli. Ignorarli non è mai la strada corretta. Gli psicologi ci dicono oggi che dobbiamo guardare al nostro passato non premettendo il “se solo avessi fatto/detto…”, ma ragionando in maniera positiva e pro attiva, con “perlomeno”. Si passa, dunque, dal pentimento alla consolazione.
In generale, gli psicologi sostengono di guardare sì al passato, ma essendo proiettati verso il futuro. Immaginare, per esempio, cosa penseremo di una decisione presa oggi tra dieci anni. Quello che oggi può sembrarci sbagliato, tra anni, infatti, potrebbe essere la nostra più grande fortuna. Perché alla fine, quello che deve accadere a tutti noi farà in modo di trovarci.