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Southworking, in cosa consiste la nuova forma di lavoro ibrida che supera il concetto di smart working

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Fabiana Donato

Southworking, è una grande occasione, sai cos’è? Rimani aggiornato, perché potrebbe arrivare la svolta nella tua vita, e nemmeno lo sai!

Svoltare in positivo e cambiare pagina una volta per tutte, ci vuole coraggio a salire sul treno in corsa che passa, ma perché non provarci? La nuova frontiera del mondo del lavoro si chiama Southworking, e lascia perplesse la maggior parte delle persone.

Southworking cos'è
Novità del mondo del lavoro- Lintellettualedissidente.it

La sorpresa riguarda il fatto che da poco ci si è abituati allo Smartworking, e il fatto che subentri un’altra forma di lavoro nella società contemporanea, sconvolge e non poco. Ecco di cosa si tratta, come si può intraprendere questo percorso di lavoro, e quali sono tutti i vantaggi che possiede.

L’epoca della pandemia Covid-19 ha aperto un varco evolutivo nella storia dell’umanità. O forse distruttivo? Il pre, durante e post pandemia di coronavirus, scandisce in modo profondo un momento fondamentale della vita di ciascun individuo che ha praticamente segnato un cambiamento essenziale. Dimenticare risulta impossibile, anche perché niente è più come prima. Per quanto ci si sforzi di tornare al periodo precedente, è come se nelle intenzioni, volontà e modo di essere di ciascuno, sia accaduto qualcosa che internamente fa vedere la vita in maniera nuova.

Il Southworking è molto vicino a questa situazione, infatti non possiamo non parlarne delineandone gli aspetti principali, compresi vantaggi e i possibili svantaggi. Chiaramente ognuno ha le sue ambizioni ed esigenze, per cui può essere un perfetto stile di vita per alcuni, o una possibile condanna per altri. Ecco di cosa si tratta, l’ultima frontiera del mondo del lavoro segna una svolta a dir poco incredibile.

Southworking, è la tua occasione? Scoprilo!

Iniziamo con il confermare che non c’è più la differenziazione tra lavoro fisico e smart, perché subentra questa forma “ibrida” che determina l’impostazione più innovativa dell’organizzazione del lavoro. Diciamo che è stata proprio la pandemia a far scattare una nuova concezione nel cuore delle persone. Si è sempre più diretti alla ricerca di un lavoro “flessibile”, nel senso che non danneggi la sfera intima e privata.

Appunto, si teme il rischio che venga privata in qualche modo la possibile felicità. Nel nostro Paese secondo quanto stimato dal Randstad Workmonitor 2023, il 58% è di questa idea. Ecco qualche dato che permette di comprendere meglio la questione.

Forma ibrida lavoro, cos'è il Southworking
Novità del mondo del lavoro- Lintellettualedissidente.it

Sono soprattutto i giovani che tra i 18 e 24 anni, hanno confermato questa concezione, circa il 39%. Se in una scala valoriale si dovessero soppesare gli elementi che determinano la scelta del lavoro, al primo posto ci sarebbe la tutela e la garanzia della vita privata al 96%, seguita dall’ammontare della retribuzione con il 95%, e infine dalla possibile flessibilità degli orari di prestazione lavorativa, un bel 83%. Come è arrivato questo nuovo modo di gestire il lavoro in Italia?

A lanciare il progetto è stata la Bee, società del gruppo Growens con sede a San Francisco, lanciata nel 2014, che ha dato il via alle danze. Se una persona del Sud Italia vuole lavorare per un’azienda localizzata altrove, lo può fare, pur rimanendo nella città natale. Questo permette di mettere in gioco due vantaggi essenziali. Il primo consta nel distribuire più omogeneamente le ricchezze. Una persona che lavora al Sud, anche se lo fa per un’azienda del Nord, ha più denaro da investire e utilizzare nel territorio di origine rispetto a chi non ha le sue entrate.

Inoltre, anche l’azienda avrebbe dei grossi vantaggi, perché in questo modo riuscirebbe ad avere le migliori menti per portare avanti la propria startup. Così, non si limita, può avere le persone più brave, nonostante la distanza. Si investe in capitale economico e culturale con maggior omogeneità. Ma in cosa consiste?

Si tratta di un lavoro ibrido perché non permette soltanto di lavorare da remoto, ma anche la possibilità di scegliere di recarsi in sede! Appunto, non c’è limitazione alcuna. Certo, la mancanza di rapporti di lavoro diretti, fisici e concreti, per alcuni è davvero un guaio, specialmente per chi non ama stare in casa.

Diciamo che tutto è deciso in base alle proprie esigenze. Ciò è inoltre disciplinato dal contratto di lavoro stipulato dalle parti. Si può decidere come meglio rispettare i propri interessi, anche garantendo la presenza fisica per una determinata percentuale. Questo dipende dagli accordi con l’azienda. Ad esempio, si può intraprendere un lavoro da remoto, garantendo però due volte al mese la presenza fisica in sede.

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