Non risponde più ai tuoi messaggi? Potrebbe essere un caso di ghosting. Ecco cosa non fare mai per non perdere il rispetto verso se stessi.
Come scrive il sociologo Zygmunt Bauman nel suo Amore liquido, oggi le relazioni sentimentali sono più simili a “connessioni di rete” dove si entra e si esce con un clic. Disimpegnarsi da un rapporto sentimentale diventa così facile come “scontattare” qualcuno dai social.
Non stupisce dunque che nel mondo degli amori liquidi si siano diffuse pratiche – odiose quanto si vuole, ma pur sempre figlie legittime della cultura della “sconnessione” – come il ghosting. In altre parole, vuol dire interrompere bruscamente e senza preavviso una relazione facendosi, come si sarebbe detto un tempo, uccel di bosco. Sparire, volatilizzarsi dall’oggi al domani come se non si fosse mai esistiti: una presenza che si fa assenza in un istante.
Inutile dire che tagliare i ponti dalla sera alla mattina senza dare alcuna spiegazione è un vero e proprio trauma per chi lo subisce. Fa male, anzi malissimo, alla persona che si trova ad essere “ghostata” da chi, appunto, si è trasformato in un fantasma: il ghoster. A dimostrazione che gli amori liquidi, magari, saranno dipinti come “cool”, “smart”, all’ultima moda, ma non sono particolarmente piacevoli da vivere quando si tratta di provarne le conseguenze sulla propria pelle.
Cose da non fare mai quando veniamo “ghostati”
Ma cosa fare quando veniamo “ghostati” da qualcuno? Innanzitutto dobbiamo capire che è una questione di rispetto: chi ci lascia dovrebbe almeno darci il minimo sindacale di spiegazioni. Se non lo fa rischia di lasciarci ruminare all’infinito alla ricerca di qualche motivazione per essere stati abbandonati: un “lavorio” potenzialmente devastante per la nostra psiche, visto che spesso porta ad autocolpevolizzarsi sulla base di semplici supposizioni (del resto non essendoci state date delucidazioni non c’è altro “materiale” su cui lavorare).
Gli esperti perciò consigliano di non fare una serie di cose dopo essere stati “ghostati”. La regola numero uno è questa: mai giustificare il ghoster (magari in attesa di qualche improbabile ritorno) che ci ha abbandonati senza nemmeno un messaggino di addio. Altra cosa da non fare è, come dicevamo, mettersi a immaginare le motivazioni che lo hanno spinto a darci il benservito in questo modo. È solo una perdita di tempo e rischiamo di farci più male che bene ad aggirarci tra ipotesi inverificabili.
Un altro errore è mettersi a chiedere spiegazioni in modo ossessivo: chi ci ha lasciati in quella maniera semplicemente non ha alcuna voglia di confrontarsi con noi (altrimenti l’avrebbe fatto). Men che meno dobbiamo metterci a spiare sui social, una pratica che può solo farci stare ancora più male. Altro pericolo è quello di idealizzare la relazione: chi si comporta così non è decisamente adatto a una storia seria (che non prevede, piaccia o non piaccia, “sconnessioni” come queste).
Infine, è assolutamente imperativo evitare di prendersi la colpa del ghosting e autosvalutarsi ripercorrendo le tappe della relazione e pensando dove abbiamo sbagliato. Tutti facciamo errori, ma questi si affrontano e si discutono insieme. Mai pensare che non valiamo abbastanza perché qualcuno ci ha “ghostato”. Ultima cosa da non fare è generalizzare pensando che siano tutti così. Non cediamo al pessimismo: rischiamo di autosabotarci. Essere feriti è normalissimo. Imparare a reagire ci permetterà di mettere a frutto questa brutta esperienza.