Tra le storie più affascinanti di chi per raggiungere un sogno ha fatto di tutto, troviamo certamente quella di Riccardo Zampagna, ex calciatore nato a Terni il 15 Novembre 1974, che per realizzare il sogno che fin da bambino aveva dentro al cuore, ha fatto di tutto.
Il calcio è una passione di famiglia, il padre Ettore, operaio di una acciaieria, la domenica si diletta nelle serie inferiori Umbre, così come Riccardo, che all’età di vent’anni gioca ancora in eccellenza, nell’Amerina, ma durante il giorno è un tappezziere.
La mattina si dedica alla professione di artigiani dei tessuti, la sera corre al campo dietro al pallone, con la speranza di fare goal la domenica; ma i guadagni sono modesti, ed il pensiero di mollare si fa’ sempre più presente nella testa del bomber umbro.
E’ il 1996 quando arriva l’offerta dal Pontevecchio, squadra militante nel campionato Interregionale. Per l’attaccante umbro che sogna altre categorie è un piccolo passo in avanti e si convince ad accettare la nuova destinazione, seppur debba spostarsi a sue spese per disputare le partite e il compenso scenda di un centinaio di lire al mese. Ma non abbandona il posto di lavoro mattutino in tappezzeria, anzi. Lavora dalle 6 alle 13 accordandosi con il titolare dell’attività per staccare a quell’ora e mettersi in viaggio con la sua Fiat Tipo, comprata con i risparmi del padre, verso il capoluogo Umbro. In che condizioni abbia giocato non ci è dato saperlo, fatto sta che segna ben 13 reti in 22 partite, non male per uno che non ha fatto scuole calcio.
Passano le stagioni e gli anni, Riccardo Zampagna ha già 23 primavere e il calcio professionistico di alto livello è solo un miraggio. Convinto di restare un bomber di categorie dilettantistiche, di quelli che segnano sui campi di terra battuta o tra le pozzanghere, Zampagna continua a giocare e soprattutto a segnare, ma da lì a qualche mese tra le mani di Walter Sabatini, oggi tra i DS più famosi del nostro calcio, all’epoca direttore sportivo della Triestina (squadra appena tornata in C2), arriverà un contributo video delle prestazioni di vari calciatori umbri. Nel VHS ci sono anche le immagini di quel ragazzo, ripreso da un osservatore, che gonfia le reti dei campionati minori. Sabatini che ha avuto sempre un occhio lungo, non si lascia sfuggire quel ragazzo dal fisico imponente e un po’ sgraziato nelle movenze, ma che riesce spesso a buttarla dentro. 10 marcature nel suo primo anno con la maglia della Triestina, poi inizia il suo girovagare, ed il suo sogno inizia ad assumere contorni meno astratti.
Arezzo, Catania e l’incontro con Gaucci, il ventiseienne Zampagna arriva nel massimo campionato, solo 4 presenze tra intertoto e Coppa Italia, nessun goal ma tanta soddisfazione, per chi era riuscito finalmente a fare del suo sogno un mestiere.
Dopo quella parentesi, scende di categoria, ma per chi macinava km con una fiat tipo per giocare in Eccellenza, è già un successo. Arriva a Cosenza, poi Siena prima di esplodere nel Messina, dove mette a segno 19 reti in 33 apparizioni. Poi arriva la ciliegina sulla torta; nel 2003, arriva la chiamata della Ternana, squadra del cuore, La Ternana è in Serie B e Zampagna torna nella sua città. Riccardo ha i brividi a giocare al “Libero Liberati”, sotto gli sguardi di chi lo conosce bene, tra le lacrime di chi lo ha visto crescere come suo cugino, con il quale ha un rapporto speciale. L’ormai ex tappezziere continua a fare quello che gli riesce meglio, segnare. Saranno 21 le reti a fine stagione. Il Messina sceglie di riscattare Riccardo Zampagna e lo riporta in Serie A. E Zampagna si presenta alla grande, con un pallonetto delizioso contro la Roma con Francesco Totti, artista del cucchiaio spettatore in campo.
Dodici reti con il club siciliano. Poi sei mesi non entusiasmanti, ma l’Atalanta crede in lui e lo porta a Bergamo. E come fa uno di Terni a dire di no al club orobico visto lo storico gemellaggio delle tifoserie? Il primo semestre in B, poi la promozione e due buone stagioni in A. Memorabili alcuni dei suoi gol come un pallonetto contro la Lazio e due rovesciate, una contro la Roma e l’altra contro la Fiorentina che è stata premiata come il goal dell’anno all’Oscar del Calcio AIC del 2007.
A gennaio del 2008 torna in B. Tre stagioni con le maglie di Vicenza e Sassuolo. Durante una trasferta con gli emiliani i tifosi dell’Atalanta bloccano il pullman del Sassuolo e improvvisano una festa per quello che era il loro bomber. La sua ultima squadra è la Carrarese, nel 2010. L’avventura dura solo 3 mesi, l’ex bomber di Messina e Ternana decide che non è più tempo di fare il calciatore. Terminata quindi la sua carriera ha avviato una tabaccheria a Terni. Dopo 3 anni però la nostalgia del calcio si è fatta sentire e così ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore. Partendo ancora una volta dal basso, Promozione, Eccellenza e Serie D. Un vero e proprio tappezziere del pallone, un uomo qualunque prestato al calcio. Con un nome ed un cognome: Riccardo Zampagna.
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