Ormai aveva preso la sua decisione e ha usato dei semplici lacci delle sue scarpe che aveva ai piedi per togliersi la vita: ecco dove è successo
Non si fermano le gravi problematiche che ormai da anni affliggono le carceri italiane in tutte le regioni del Paese.
A testimonianza di ciò i continui episodi di proteste, evasioni, tumulti sindacali e, purtroppo, anche suicidi. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello di un detenuto che ha deciso di togliersi la vita all’interno della sua cella in cui era rinchiuso. Per farlo sono bastati alcuni lacci delle sue scarpe che aveva ai piedi.
Un uomo di 51 anni detenuto nel carcere di Biella ha deciso di impiccarsi durante le ore del primo pomeriggio. L’uomo, di origini tunisine, è stato trovato senza vita all’interno della sua cella. Per uccidersi ha utilizzato diversi lacci delle sue scarpe, formando un cappio da legare alle inferriate presenti sulle finestre della sua cella. In quel momento il detenuto si trovava nel reparto di isolamento del carcere di Biella. Il personale di polizia e i sanitari, accortisi del gesto estremo dell’uomo, sono intervenuti prontamente, cercando di rianimare il detenuto per circa mezz’ora. Tuttavia, gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del 51enne.
Secondo quanto riferito dal Segretario dell’Osapp, Leo Beneduci, l’episodio avvenuto a Biella è il 41° suicidio avvenuto nelle carceri italiane nel 2023. Durante quest’anno sono state ben 118 le morti tra le celle delle strutture. Vicente Santilli, segretario regionale del Sappe per il Piemonte, ha chiesto un intervento deciso del governo. Negli ultimi 20 anni, ricorda il segretario, sono stati sventati più di 25mila tentati suicidi, oltre ad impedire circa 190mila atti di autolesionismo. L’episodio del 51enne tunisino morto suicida dimostra come i problemi sociali e umani siano ancora presenti nei penitenziari italiani.
Sempre in Piemonte, nella stessa giornata ni cui è avvenuto il suicidio del 51enne tunisino, nel carcere di Novara è avvenuto un altro grave episodio. Un detenuto di origini nordafricane, infatti, ha deciso di salire sui tetti della casa circondariale in cui era rinchiuso chiedendo con insistenza di avere il trasferimento in un’altra sede, probabilmente minacciando di buttarsi giù dalla posizione sopraelevata in cui si trovava. Solo l’intervento tempestivo e paziente della polizia penitenziaria, coordinata dai mediatori culturali, ha fatto sì che il peggio sia stato evitato. L’uomo infatti è stato convinto a scendere dal tetto.
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