La vita un po’ smart un po’ tech è tanto bella quanto stressante. Qui nasce l’overthinking, un fenomeno sempre più diffuso.
Pensiamo tanto, tantissimo, perché ormai in questo mondo all’insegna della tecnologia radicata in qualsiasi campo, funziona così: si va così veloci, che il tempo è diventato relativo. Il problema è che troppo spesso pensiamo, ma non agiamo.
Qui nasce un fenomeno sempre più dilagante, una parola di estrazione anglosassone, che purtroppo abbiamo capito benissimo: overthinking. Un vocabolo dentro il quale c’è racchiuso il processo individuale (o di gruppo) in cui l’analisi eccessiva di una situazione può causare la “paralisi” del progresso del processo decisionale. In soldoni rimuginiamo su tutti, ma stentiamo a trovare una linea di condotta risolutiva, in un lasso di tempo che in questa vita un po’ tech un po’ smart si è notevolmente ridotto.
Tanti i motivi: una situazione può essere ritenuta troppo complicata, così la decisione non viene mai presa, o presa troppo tardi, a causa dell’ansia, quello stress dilagante per i tanti impegni in una giornata dove bisogna incastrare il lavoro e la vita con i figli, passando per quella familiare, con persone con le quali interagire e una casa sì smart ma pur sempre da accudire.
Un numero sempre maggiore di persone stanno avendo familiarità con l’esperienza dell’overthinking, un pensiero eccessivo, ripetitivo e improduttivo. Poiché i pensieri possono essere focalizzati su molte cose diverse, la ricerca ha generalmente differenziato tra “rimuginazione” sul passato e sul presente e “preoccupazione” per il futuro. Indipendentemente dalla parola che usiamo, stiamo parlando di cicli di pensiero costanti che non sembrano avere una risoluzione.
La capacità umana di pensare è uno dei grandi doni che differenza gli esseri umani da tutte le altre specie, compresa quell’Intelligenza Artificiale ormai dilagante, che per il momento, non può raggiungere quella umana. I nostri cervelli si sono evoluti per produrre pensieri complessi che ci consentono di comprendere le informazioni, risolvere problemi, pianificare in anticipo e imparare dal nostro passato. Il pensiero ci ha permesso di creare società complesse e di svilupparci come specie nel tempo.
Tuttavia stiamo andando in over. Quando pensiamo troppo, ci preoccupiamo o rimuginiamo, stiamo comunque pensando. La differenziazione del pensiero “superiore” evidenzia che il nostro pensiero non ci sta portando da nessuna parte e non ci è utile. Quindi, se noti che sei bloccato a pensare allo stesso problema più e più volte ma non arrivi a nessun tipo di soluzione, dovresti pensare meno. In primis farà bene alla salute. Meglio meno, ma fatto bene.
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