Il mal di vivere, quello che ti porta a pensare al suicidio, è purtroppo sempre più diffuso. Una conferma evidente di come non basti avere tante cose per essere felice.
È capitato certamente a tutti, e magari anche più di una volta, di essere alle prese con una fase difficile della propria vita, in cui si pensa di non riuscire ad andare avanti se quel problema che tanto ci tormenta non si risolve.
Le cause possono essere le più disparate, dalla perdita del lavoro, che può portare a sentirsi tormentati perché non si riesce a mantenere la propria famiglia, alla fine di una storia d’amore con una persona con cui si pensava di trascorrere gli anni a venire.
Non è però così insolito in queste situazioni avvertire quello che viene definito il “mal di vivere”, ovvero il momento in cui si pensa di non poter sopportare quella condizione e di non vedere davanti alcun futuro. È certamente riduttivo pensare che questa situazione possa accadere solo a chi ha un carattere particolarmente debole o è insicuro, anzi.
Non si deve pensare che chi avverte il mal di vivere sia necessariamente una persona sola. Probabilmente chi lo pensa non ha mai avvertito una situazione simile e tende a ritenere che possa bastare confidarsi con una persona cara, parente o amico che sia, per poter alleviare quella sensazione.
A volte, infatti, è proprio la mancanza di un amore quella che ci fa sentire soli, può servire a poco avere il sostegno di una mamma o di un amico, visto che poi ognuno va nella propria casa e non si ha la possibilità di ottenere un bacio o un abbraccio da parte dell’unico/a da cui lo si vorrebbe ricevere. In molti casi non può nemmeno compensare non avere problemi di tipo economico, anche le persone più aride non possono che avere bisogno di affetto.
Uno stato d’animo simile è purtroppo più diffuso di quanto si possa pensare, come si può capire dai numeri, che danno un’idea piuttosto precisa del fenomeno. Nei primi sei mesi del 2023 sono state più di 3.700 le chiamate arrivate a Telefono Amico Italia, l’organizzazione di volontariato a cui si possono rivolgere persone che hanno bisogno di un sostegno perché stanno pensando al suicidio o vogliono provare ad aiutare un familiare che sta maturando quell’idea.
Il quadro è addirittura aumentato del 50% rispetto al periodo pre Covid.
I dati rilasciati da Telefono Amico Italia permettono di avere un’idea piuttosto precisa di chi siano le persone che arrivano ad avere mal di vivere. A chiedere aiuto sono soprattutto i giovani tra i 19 e i 35 anni e gli adulti tra i 46 e i 55 anni. Purtroppo sono diversi nell’ultimo periodo i ragazzi al di sotto dei 19 anni, ad avere preso contatto tramite Whatsapp a conferma di come possa essere difficile superare problemi quali il tradimento di un amico o una difficoltà scolastica.
Agire in via preventiva, quando si inizia ad avvertire una situazione di ansia ancora non acuta, potrebbe essere determinante per evitare che si manifesti l’intenzione di togliersi la vita. A sottolinearlo è Maurizio Pompili, Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma: “Ci sono dei fattori preventivi che potrebbero rivelarsi provvidenziali, quali avere bambini in casa, poter contare su una rete sociale e familiare efficace e coltivare una dimensione spirituale. Anche coltivare un hobby o una passione può servire a distogliere la mente dai pensieri negativi. Altrettanto fondamentale è dormire nel modo migliore e un numero di ore adeguato, cosa che fa bene anche al sistema immunitario”.
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