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Modello Eataly Farinetti: lo sfruttamento dell’immigrazione

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Vincenzo Colao

In questo articolo parliamo di un argomento importante relativo al modello Eataly Farinetti collegato allo sfruttamento dell’immigrazione.

Perché si parla di sfruttamento dell’ immigrazione

Cos’altro c’è da sapere sul modello Eataly Farinetti

Parliamo di sfruttamento dell’immigrazione facendo però una premessa e cioè che si è compreso come il tempio globale del libero mercato viene articolato su alcuni principi legati soprattutto alle diseguaglianze, al disordine e alla deregolamentazione.

Quindi lo possiamo considerare un luogo dove gli immigrati verranno sfruttati nonché sradicati per via di un capitale che non ha frontiere e nel quale i soggetti deboli.

Ma anche quelli forti della stessa nazione verranno messi gli uni contro gli altri.

La stessa cosa vale per quanto riguarda gli agenti economici che hanno costumi, tradizioni e lingue diverse. Anche perché non dimentichiamo che i paesi già sviluppati in Occidente non riescono a contrastare i paesi emergenti che si sentono forti giustamente soprattutto per via del loro costo del lavoro che risulta essere molto basso.

Tutto questo avviene grazie al fatto che la classe economica imprenditoriale riesce a delocalizzare le industrie. Ma soprattutto ci sono i disoccupati che provengono dall’occidente e che decidono di acquistare i prodotti che vengono lavorati dagli schiavi del terzo mondo.

Parliamo di un meccanismo benedetto dall’Unione Europea e che è stato ufficializzato con il trattato di Schengen il quale si regge sia con la destra che con la sinistra italiana.

Per quanto riguarda la destra questo avviene in quanto parliamo di una destra padronale che porta avanti senza farsi nessun problema una politica ultra liberale. Nonostante in ogni caso l ‘intera élite economica imprenditoriale non ha una collocazione politica precisa.

Sfruttamento dell’immigrazione: come si muovono la destra e la sinistra italiana

Inoltre sempre la destra ha deciso di creare un processo di riduzione salariale dei lavoratori locali con un meccanismo che si chiama tecnicamente dumping. Ma tutto questo avviene nella misura in cui l’immigrato sarà sfruttato senza contratto di lavoro nonchè pagato poco.

Ma soprattutto saranno cancellati i diritti dei lavoratori che sono già integrati nella società: ci riferiamo ai diritti sociali nello specifico.

Invece la sinistra viene definita non a caso borghese e cattocomunista perché promuove l’arrivo di nuova manodopera, grazie alle sue retorica benpensante e  umanista che viene espressa a volte con delle dichiarazioni particolari come per esempio quando è stato detto che gli immigrati fanno lavori poco qualificati che gli europei non vogliono più fare.

Il popolo italiano soprattutto per quanto riguarda la classe media si trova così schiacciato da due forze parassitari e centrifuga cioè l’immigrazione clandestina ma anche l’elitè cosmopolita.

Tutta quest’analisi viene confermata da quello che viene definito l’affaire Eataly e cioè che il fenomeno migratorio di massa è padronale. Inoltre il proprietario del marchio Oscar Farinetti è finito nel mirino della CISL lombarda che lo ha accusato e biasimato per aver affidato i lavori a una ditta rumena.

Ci riferiamo nello specifico alla ditta rumena  Cobetra Power.

Da questo punto di vista sono significative, e per questo le riportiamo testualmente, le dichiarazioni del segretario del sindacato.

Dietro al sistema dei distacchi si nascondono forme di sfruttamento, ed è quasi impossibile che gli operai stranieri facciano denuncia, c’è un’omertà assoluta

In pratica i contratti firmati dagli operai di queste ditte si aggirano tra i Cinquecento e gli 800 Run, valuta rumena. Volendo tradurre in italiano si tratta di una cifra che va dai 110 ai 176  euro per 40 ore settimanali di lavoro.

Note informative sull’azienda italiana Eataly

Storia dell’azienda

Considerando che già all’inizio dell’articolo abbiamo parlato di sfruttamento dell’immigrazione legandolo al modello Eataly Farinetti, vogliamo dire qualcosa di più su questa azienda.

In pratica è stata fondata nel 2004 dal proprietario di Unieuro Oscar Farinetti, che controlla il 40% della società mentre un altro 40% è gestito da alcune cooperative del sistema Coop. Infine il resto viene gestito dal fondo Tamburi investment Partners.

Nel corso degli anni è stata criticata molte volte per quanto riguarda appunto i modi di organizzare il lavoro all’interno dell’azienda.

L’altra tappa importante arriva nel 2020 quando si trasforma da S.r.l Spa. Mentre due anni dopo il controllo di Oscar Farinetti sull’azienda passerà per circa 200 milioni di euro a Andrea Bonomi è Invest-industrial: quindi ora detiene il 52% della società.

Per quanto riguarda il nome quello che si sa che è stato inventato da Celestino Ciocca, che ha registrato il marchio e il dominio su internet un bel po’ di anni fa, mentre nel 2004 i diritti sono stati deceduti a Farinetti.

Sempre per quanto riguarda una nota storica lo ricordiamo che il primo punto vendita è stato aperto nel 2007 a Torino nel quartiere di Nizza Millefonti, grazie a uno spazio legato alla ristrutturazione di una vecchia fabbrica .

Nel corso degli anni sono successi tanti avvenimenti che hanno portato all’inaugurazione di tanti punti vendita in tante partite italiane anche del mondo. Significativa per esempio è stata l’apertura in America Latina e cioè la prima che avviene nel 2015 a San Paolo in Brasile.

Nello stesso anno l’azienda si allarga andando a finire anche a Monaco di Baviera. Mentre l’anno dopo sono stati inaugurati sei nuovi Store tra cui uno a New York, uno a Boston, tre in Asia e uno in Qatar.

Conclusioni sul modello Eataly Farinetti

Invece su Oscar Farinetti ,che abbiamo nominato all’inizio quando parlavamo di modello Eataly Farinetti dello sfruttamento dell’ immigrazione, possiamo dire che nasce nel 1954 e che il suo vero nome è Natale.

Prima di fondare questa azienda di cui stiamo parlando oggi è stato proprietario della catena di grande distribuzione Unieuro, che poi venderà alla Public Company inglese: proprio grazie al ricavato fonderà proprio questa nuova catena di distribuzione alimentare.

Per quanto riguarda la sua vita privata si sa che è sposato dal 1978 con Graziella DeFilet ma anche è stato anche attivo in politica appoggiando il Partito Democratico e segretario Matteo Renzi.

Si è fatto conoscere anche per aver scritto un bel po’ di libri nonché anche per le sue posizioni politiche ed economiche abbastanza discusse e controverse.

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