La legge Cartabia di sicuro è una di quelle che ha fatto discutere di più negli ultimi mesi. Quindi vogliamo saperne di più perché ancora c’è un po’ di confusione sull’argomento.
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Dopo tantissimi problemi, discussioni ma anche critiche, la legge Cartabia è andata in porto, nel senso che il Senato ha approvato questa riforma della Giustizia, che riguarda il CSM e l’ordinamento giudiziario.
Nello specifico ci sono stati 173 Sì, 37 No e 16 astenuti, per un testo che poi è diventato legge in maniera ufficiale. Ci sono stati però come dicevamo tanti mesi di discussioni, difese e promozioni perché questa legge, che prende il nome dal ministro Cartabia del governo precedente Draghi, è stata criticata soprattutto su alcuni punti.
Per quanto riguarda gli aspetti più rilevanti diciamo che sono veramente tanti perché si parla di una riforma abbastanza strutturale. Ma di sicuro tra le cose più importanti spicca il sistema misto per l’elezione dei magistrati al Consiglio Superiore della Magistratura, nonché nuove regole per quanto riguarda le nomine ai vertici degli uffici giudiziari.
In pratica lo scopo era quello di bloccare il meccanismo che riguarda politica e magistratura, nel senso che si è votato il divieto di esercitare in maniera contemporanea, funzioni che hanno a che fare con incarichi governativi e con quelli giurisdizionali.
Il testo di legge prevede un passaggio di funzioni tra PM e giudice e viceversa, ma non solo, perché è stato anche introdotto un tetto agli incarichi fuori ruolo nonché al fascicolo personale dei magistrati.
Innanzitutto c’è da dire che il CSM tornerà a 30 membri che nello specifico sono 10 laici, più venti togati e tre componenti di diritto e cioè Presidente della Repubblica, procuratore generale della Cassazione e Primo Presidente.
Abbiamo a che fare con un sistema elettorale misto che consentirà la possibilità di proporre una singola candidatura individuale, con lo scopo eventualmente potere emergere, senza doversi collegare per forza a una lista.
Il meccanismo infatti si baserà su una candidatura individuale cioè tutto sarà legato al fatto che ciascun candidato potrà liberamente presentare la sua candidatura, senza avere la necessità di un presentatore.
Però è bene ricordare che ci vorranno almeno sei candidati in ogni collegio binominale. Tra questi sei candidati almeno la metà dovrà essere del genere meno rappresentato.
Nel caso in cui non ci fossero delle candidature spontanee, e quindi la parità di genere non venisse garantita, si dovrà integrare il tutto, attraverso il meccanismo del sorteggio che servirà proprio per arrivare al numero minimo di candidati previsti.
Il sistema di sorteggio è importante perché viene attivato proprio per equilibrare le candidature del genere eventualmente meno rappresentato. Parliamo quindi di un sistema imprevedibile che rende difficile qualsiasi tipo di calcolo, soprattutto per quanto riguarda i posti proporzionali.
Questa riforma risulta importante perché introduce, come già abbiamo accennato, il divieto di esercitare in carica governativi e funzioni giurisdizionali perché fino a oggi era permesso. Ma, rispetto a quello che abbiamo detto prima, dobbiamo aggiungere che questo divieto sarà valido non solo per quanto riguarda le cariche elettive nazionali e locali, ma anche per quelle regionali.
Nello specifico la persona in questione sarà obbligata a mettersi in aspettativa ,senza avere nessun assegno nel caso di incarico locale: mentre oggi in alcuni casi c’è un cumulo di indennità con lo stipendio del magistrato.
Quest’ultimo nel caso in cui aveva ricoperto già cariche elettive di qualunque tipo al termine del mandato non potrà più svolgere funzioni giurisdizionali. Infatti i magistrati ordinari verranno collocati fuori ruolo nel Ministero di appartenenza, oltre che eventualmente nell’avvocatura di Stato.
Essi avranno la possibilità di assumere una mansione, che non è giurisdizionale, presso una sezione consultiva del Consiglio di Stato oppure presso l’ufficio del massimario della Cassazione, o ancora nelle sezioni di controllo della Corte dei Conti.
Invece, per quanto riguarda i magistrati contabili e amministrativi, diciamo che potranno essere collocati eventualmente, e ipoteticamente perché non è una cosa scontata, all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un’altra cosa molto importante da sapere che ha fatto discutere è relativa al fatto che un magistrato che si è candidato per una competizione elettorale, e non è stato eletto per 36 mesi, non potrà tornare a lavorare nella regione che dovesse eventualmente comprendere la circoscrizione elettorale in cui si è candidato, né quella dove c’è il distretto dove lavorava.
Sempre per quanto riguarda la legge Cartabia e la separazione delle carriere dei magistrati, bisogna sapere che questi ultimi che hanno cariche apicali, dopo un anno di mandato, resteranno per altri 12 mesi fuori ruolo, ma non in una posizione apicale, per poi rientrare con l’obbligo però di non ricoprire più un incarico direttivo per 36 mesi.
Infine per quanto riguarda la legge Cartabia e i magistrati fuori ruolo, dobbiamo dire che c’è stata una stretta sul numero perché finora era di 200.
Invece d’ora in poi il nuovo numero si stabilirà in base ai decreti attuativi, tenendo presente che il fuori ruolo non sarà possibile prima di dieci anni di esercizio effettivo per quanto riguarda quella funzione giurisdizionale, neanche nel caso in cui non ci dovesse essere una copertura nell’ufficio appartenenza.
Ma dovrà passare un periodo di tempo tra un incarico di magistrato fuori luogo e l’altro, nel senso che il limite massimo è ridotto a sette anni, con un’eccezione per gli organi costituzionali di rilievo costituzionale per i quali invece il limite massimo è fissato a dieci anni.
Queste sono le cose più importanti decise dalla legge Cartabia, che tra l’altro prevederà anche un implementazione annuale e non più ogni 48 mesi del fascicolo personale di un magistrato già esistente dove ci sarà contenuta la storia complessiva delle attività svolte.
Però è bene sapere che all’interno di questo fascicolo non ci saranno valutazioni di merito ma solo dei dati, con l’auspicio anche di aggiornare il fascicolo in maniera costante, seguendo alla lettera gli iter e i vari provvedimenti.
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