Quand’è che la gelosia diventa un sentimento malato? Occhio a questi segnali: se li noti, meglio scappare a gambe levate.
Spesso, avvertiva Marcel Proust, la gelosia è “solo un inquieto bisogno di tirannide applicato alle cose dell’amore”. Fortunatamente non è sempre la regola. Come ricordava il grande filosofo e matematico russo Florenskij esiste anche una gelosia sana, che esprime semplicemente il nostro amore e la ricerca di un rapporto affettivo esclusivo. In particolare manifesta la percezione della radicale unicità della persona amata, che non può essere un oggetto intercambiabile quanto un soggetto prezioso, inestimabile e insostituibile.
Come ha detto lo scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila i, l’amore è “l’atto che trasforma il suo oggetto da cosa in persona”. Esattamente questo è il confine che segna il passaggio dalla gelosia sana a quella morbosa o ossessiva, profondamente malata. Per il geloso ossessivo non si può più parlare di “persona”, quanto di “cosa” amata. Subentra un sentimento di possesso fondato sul terrore della perdita: vogliamo che l’altro sia soltanto per noi, come se fosse non un essere dotato di libera volontà ma una nostra privata proprietà.
Per questo il geloso ossessivo mette in atto una serie di comportamenti sproporzionati a tutela della sua “proprietà” sottoponendo il malcapitato partner a un controllo soffocante. È disposto a tutto pur di non perdere quella che ormai, come dicevamo, è diventata una “cosa” a i suoi occhi. Siamo dunque in presenza di qualcosa di molto diverso dalla normale gelosia. La gelosia ossessiva è un sentimento malato che comprime, fino ad annullarlo. lo spazio vitale della persona.
Gelosia ossessiva, i comportamenti da tenere d’occhio
Chi coltiva questa forma morbosa di gelosia considera il rapporto in termini di totale esclusività e guarda in maniera sospettosa a terze persone, considerate come potenziali minacce in grado di mettere in pericolo la relazione. Secondo gli psicologi la gelosia patologica ha due componenti: la prima ha a che fare con la competizione mentre la seconda riguarda più il controllo e la possessività.
Ma quand’è che scattano i classici “campanelli d’allarme” che indicano la presenza della gelosia malata? Ecco i comportamenti che dovrebbero farci scappare a gambe levate.
- Possessività. Consiste nel considerare il partner una esclusiva “proprietà”.
- Sospetto. Come abbiamo detto il partner geloso sospetta di tutto e di tutti.
- Ipercriticità. Chi è eccessivamente geloso tende a criticare più del normale anche i gusti del suo partner.
- Bisogno di controllo. Il “pressing” della persona gelosa opprime il partner con la sua smania di controllare ogni suo minimo movimento.
- Paura della perdita. Avete presente Gollum col suo “tessoro”? Ecco, chi è preda della gelosia ossessiva ha più o meno la stessa paura di perdere la “cosa” amata (o che crede di amare, perché l’amore dà un senso di libertà, non di oppressione).
- Atteggiamento persecutorio verso il partner. Idem come prima: il partner della persona gelosa si sente perseguitato, bersaglio di una vera e propria ossessione.
- Paura irrazionale dell’abbandono. Il partner geloso vive in un mondo popolato da fantasie paranoiche che gli fanno temere – senza motivo – di trovarsi sempre minacciato dall’abbandono. Non c’è da stupirsi che faccia partire una “caccia alle streghe” in piena regola.
- Invidia verso presunti rivali. Nella mente della persona gelosa gli ipotetici “competitor” amorosi spuntano letteralmente come funghi.
- Sentimento di inadeguatezza, che va di pari passo con la scarsa autostima.