Una nuova complessa forma di manipolazione relazionale di cui essere al corrente: ecco in cosa consiste
Questo probabilmente è un termine che davvero in pochi conoscono, ovvero gaslighting. Si potrebbe pensare che si tratti dell’ennesima nuova tendenza tutta americana, giunta da oltreoceano per essere replicata.
In verità, si tratta di qualcosa di ben diverso, in quanto con questo termine ci si riferisce ad una vera e propria manipolazione relazionale. Colui che la perpetua, ovvero il gaslighter, riesce addirittura ad annullare psicologicamente la sua vittima.
È quanto riferisce il dott. Giuseppe Femia, psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, che, come riporta il blog Clio Make-Up, spiega in modo davvero approfondito le dinamiche di questo tipo di manipolazione psicologica e definisce quali siano i tratti e le caratteristiche di coloro che tendono a usarla.
Esserne informati, in effetti, è davvero fondamentale, perché spesso e volentieri, coloro che ne sono vittime non si rendono nemmeno conto che quella che stanno subendo è vera e propria manipolazione.
Il gaslighting: come riconoscere questa sottile manipolazione e affrontarla in modo efficace
Il dottor Giuseppe Femia spiega che il gaslighting è una forma di manipolazione davvero sottile, ma molto violenta. Si perpetua all’interno di un rapporto di coppia e chi lo attua ha come obiettivo quello di far dubitare la propria vittima in merito al proprio stato di salute.
Si tratta di una tecnica davvero subdola, che spesso non viene nemmeno percepita come manipolazione da parte di chi la subisce. Quello che farebbe scaturire questo tipo di comportamento sarebbe una smisurata propensione al controllo, da parte del gaslighter. La volontà di dominare completamente la relazione e il partner, porterebbero ad atteggiamenti e comportamenti tossici come questo.
Dall’altra parte, la volontà della vittima di prendersi cura del proprio partner, non la porta a mettere in dubbio minimamente le intenzioni con cui l’altro opera nei suoi confronti. Vi sono, in effetti, una serie di violenze psicologiche che sono pericolose, proprio perché silenti e sottovalutate. Ma proprio queste, nel tempo, annientano psicologicamente chi le subisce.
Il termine prende origine dal titolo del film del 1944 “Gaslight”, tradotto “Angoscia”, di George Cukor con Ingrid Bergman. Il gaslighter lo si riconosce perché manipola, svilisce e controlla. Si tratterebbe di caratteristiche tipiche di una personalità narcisistica maligna. In questi casi la cosa migliore da fare, per la vittima, è non sminuire le proprie sensazioni, ma condividerle con le persone vicine per avere una percezione più oggettiva della realtà.