Le riflessioni del parroco di Como su chi non ha ancora una casa e su cosa dovrebbero fare le istituzioni per garantirne il diritto
Quello di avere una casa dovrebbe essere un diritto inalienabile garantito a tutti, per il solo fatto di essere umani. Un diritto che non sempre viene garantito e che molto spesso è al centro di interessi politici e litigi tra gli stessi cittadini.
Ad affrontare questa problematica è stato Don Giusto della Valle, parroco a Como che ha voluto parlare del bisogno di molte persone che si trovano in mezzo alla strada e della necessità di avere un luogo in cui stare. Nel suo intervento, Don Giusto ha invitato chi non ce l’ha ad occupare una casa.
Chi non ha una casa deve occuparne una: il messaggio di speranza di Don Giusto
Sono migliaia le persone in Italia che, ad oggi, risultano senza fissa dimora. Un problema annoso che lo Stato non riesce a risolvere e che contribuisce ulteriormente a dividere la società in due. Chi non ha una casa arriva addirittura a non avere più dignità: un problema che evidenzia quanto sia importante avere un luogo dove stare. Ad intervenire sulla questione è stato Don Giusto, un parroco di Como che ha rilasciato alcune parole nel periodico “Il Focolare”, gestito dalla parrocchia della frazione di Rebbio.
Il parroco analizza la situazione a Como, parlando di chi è migrante e non trova più una casa dove stare. Don Giusto Della Valle invita quindi chi non ha una casa ad occuparla, approfittando di spazi abbandonati e in disuso che hanno necessità di essere valorizzati. Una situazione, nota il parroco, che evidenzia la differenza tra coloro che dormono in alberghi a cinque stelle sul lago e chi invece non ha nemmeno un letto su cui dormire, puntando il dito anche sugli spazi comunali che non si offrono all’accoglienza.
Così il parroco ha invitato l’amministrazione della città di Como a “non adeguarsi e lottare contro il sistema capitalistico”, facendo anche alcune proposte relative al diritto per la casa. L’invito è di affidare alle associazioni della città gli appartamenti comunali che non soddisfano le normative. In questo modo sarà possibile mettere a norma quelle case che ne hanno bisogno, per poi renderle disponibili a quelle persone che non hanno una fissa dimora. La stessa parrocchia di Rebbio, continua Della Valle, sarebbe in grado di mettere a norma alcuni appartamenti ogni anno, decidendo poi con il Comune la destinazione d’uso.