Sempre meno ex mogli prendono l’assegno di mantenimento. Ecco i casi in cui non spetta e perché i tribunali hanno deciso così.
Negli ultimi anni è sempre più difficile per le ex mogli ottenere l’assegno di mantenimento. La giurisprudenza odierna si è adeguata all’emancipazione economica delle donne e al fatto che oggi è molto più frequente che le donne all’interno delle coppie lavorino. Il mantenimento un tempo era la norma, poiché la maggior parte delle donne abbandonavano il lavoro quando si sposavano o facevano figli.
L’assegno era (ed è in certi casi ancora oggi) una forma di tutela verso l’ex coniuge, per farle mantenere lo stesso tenore di vita di quando era coniugata. Oggi ci si separa in età sempre più giovane e l’ingresso nel mercato di lavoro delle donne è più deciso che un tempo. Tuttavia, ancora oggi sono tante quelle che sono costrette a lasciare il lavoro con l’arrivo di un figlio e spesso si tratta anche di giovani donne. Ma come le tutela la legge in caso di separazione e quando all’ex moglie spetta il mantenimento?
Le ultime sentenze mettono in evidenza come sia mutato l’atteggiamento della giurisprudenza sulla tutela delle ex mogli separate. Queste vedono sempre più donne private del loro diritto, con sentenze che motivano il perché a loro non spetta l’assegno di mantenimento, mentre ad altre sì. Anche se la legge non lo specifica, infatti, sono i tribunali ad avere libera interpretazione in materia.
Un tempo bastava soltanto dimostrare una disparità economica tra moglie e marito per far scattare il diritto della donna ad avere il mantenimento. Oggi, invece, anche se le donne sono ancora spesso la parte economica più debole della famiglia, ci sono casi in cui il giudice non ha concesso gli alimenti da parte dell’ex marito. Le motivazioni sono legate all’età delle donne e alla loro disponibilità a lavorare o ad avere un impiego a tempo pieno.
L’assegno di mantenimento oggi, infatti, spetta soltanto alle donne che hanno dimostrato di non poter lavorare o mantenersi da sole; l’incolpevolezza di tale decisione non deve infatti dipendere da circostanze oggettive o dalle scelte della coppia. Dunque, non basta guadagnare meno del coniuge, ma bisogna avere una condizione economica che non consente alla donna di avere un’autosufficienza economica.
Uno degli esempi pratici è quello dell’insegnante che ha sposato il milionario. In questo caso, essendo l’insegnante stipendiata, non ha diritto al mantenimento sulla base del fatto che lui è molto più ricco di lei. Lei, essendo capace di mantenersi da sola, non prenderà gli alimenti in caso di separazione. Diverso è il caso di una donna che ha lasciato il lavoro per occuparsi dei figli e che non riesce a trovare un impiego.
Un altro caso è quello dell’ex moglie che lavora part-time per occuparsi della famiglia. Se la donna ha fatto richiesta di full-time, senza ottenerla, allora ha diritto all’assegno di mantenimento. Dunque, l’incapacità di provvedere autonomamente ai mezzi economici, non deve dipendere da una scelta personale, ma da una situazione costretta.
È il caso della casalinga, che ha deciso di rinunciare al proprio lavoro per dedicarsi alla famiglia, anche su accordo del marito. Non ha diritto al mantenimento, invece, una donna giovane e formata che non vuole lavorare. Secondo la Cassazione, fino a 40 anni, una donna è considerata in età da lavoro.
Non è impossibile distinguere un testo generato dall’intelligenza artificiale rispetto a uno scritto da una…
Avete notato che in Italia i film al cinema escono sempre di giovedì? Come mai…
Avete mai pensato al motivo per cui le montagne russe si chiamano così? C’entra la…
Inizia la seconda metà del mese, ecco che cosa ci dice l’oroscopo dal 16 al…
Come mai nelle strade ci sono limiti di velocità diversi e come vengono stabiliti? Questo…
La petunia sta arrivando alla fine della sua fioritura, ma ecco alcuni consigli su come…