È stata fatta un’inquietante scoperta riguardante la depressione: quando nascono i primi sintomi di questo insidioso disturbo.
La depressione è un disturbo veramente subdolo, non sempre ci si accorge di sprofondare in questo stato, non sempre se ne accorgono le persone vicino a noi.
È una malattia ancora profondamente sottovalutata e sottostimata ma ne soffre una porzione di popolazione molto ampia il 5% della popolazione globale! Dopo la pandemia la platea si è ampiamente allargata introducendo anche soggetti che prima erano meno colpiti. È un’affezione spesso circondata dalla vergogna, chi ne soffre a volte è isolato dagli altri.
Questa patologia ha anche un impatto sociale, familiare e professionale molto importante, l’Istituto Superiore di Sanità ci spiega che l’assenza dal lavoro o comunque il malessere fisico di queste persone dura vari giorni ogni mese contro un giorno delle persone non affette da depressione. Si evince da ciò che non è un problema che possiamo ignorare a tutti i livelli. Un dato che è emerso soprattutto dopo la pandemia, è l’aumento della casistica fra i ragazzi giovani, sono molti oggi i diciottenni che lamentano disturbi depressivi.
Quando insorgono i primi sintomi di questo disturbo e cosa possiamo fare in merito
La pandemia recente ha sicuramente peggiorato le cose per quanto riguarda la salute mentale dei giovani ma bisogna aggiungere a questo la sensazione di instabilità geopolitica: con la guerra in Ucraina così vicina a noi, i ragazzi e le persone più fragili in generale, hanno avuto un ulteriore peggioramento dei sintomi. Per non parlare della precarietà economica che spaventa molto le nuove generazioni e che a volte non permette l’accesso alle cure. La cura è fondamentale per questo disturbo e non bisogna sottovalutare alcun piccolo sintomo.
È scoperta recente che le prime avvisaglie di questa pericolosa malattia insorgono molto presto, fin dai 15 anni e si manifestano poi, nel problema vero e proprio, nell’80% dei casi, entro i 18 anni. Purtroppo senza cure adeguate possono persistere per tutta la vita. Importante è anche cambiare l’atteggiamento che la società ha nei confronti di chi soffre di questa patologia: non farla conoscere, sottovalutare i primissimi sintomi per paura di essere isolati provoca più danni che la malattia in se stessa.
I pregiudizi sulla malattia mentale sono molti e tanto radicati ancora oggi, forse perché ci spaventa o perché ci sentiamo impotenti davanti a essa tendiamo a ignorarla, ma non è l’approccio giusto. Per chi sta male accedere alle cure è la cosa essenziale ma anche avere persone disposte all’ascolto o anche solo essere presenti può aiutare molto.