Alla fine del 2021 l’Italia, per quanto riguarda i vaccini Covid somministrati, si poteva ritenere soddisfatta perché ci sono stati dei progressi assolutamente rilevanti. Non a caso sia il ministro della salute, ma anche i politici del governo nonché gli scienziati e i virologi si sono espressi in maniera positiva sui risultati e sui dati relativi alle vaccinazioni.
Prima di parlare dei vaccini Covid somministrati in Italia può essere utile tornare all’inizio del percorso con le vaccinazioni. Infatti dopo ritardi e polemiche il piano italiano inizia precisamente a dicembre 2020, con l’obiettivo chiaro di vaccinare più persone possibili in maniera rapida ed efficiente.
Per arrivare a questo risultato il ministro della Salute, insieme agli altri politici influenti del governo, ha stabilito delle priorità per quanto riguarda le vaccinazioni che si basano su alcuni parametri e cioè nello specifico sull’età, ma anche sull’esposizione al virus e sulle condizioni di salute.
Questo significa che a partire dalle persone sanitarie e dagli individui che lavoravano nella sanità il piano si è esteso in maniera graduale a una fascia di età sempre più bassa e a persone con meno problemi di salute. Quindi a quelli che non vengono definiti fragili.
In definitiva alla fine del 2021 l’Italia aveva somministrato, secondo alcuni dati ufficiali circa 100 milioni di dosi di vaccino coprendo più o meno l’80% della popolazione con almeno una dose e oltre il 75 per cento con un ciclo vaccinale completo.
Questi dati sono stati diffusi dal Ministero della Salute in un rapporto chiamato vaccino anti-Covid 2019. Per quanto riguarda i vaccini utilizzati possiamo dire che nel corso del 2021 nel nostro paese si è scelto di utilizzarne diversi per contrastare la diffusione del virus.
Ci riferiamo a Pfizer, moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson.
Questi sono i vaccini che sono stati approvati dall’AIFA e cioè l’Agenzia Italiana del farmaco nonché dall’Ema e cioè l’agenzia Europea dei medicinali. L‘approvazione è avvenuta prendendo in considerazione i risultati degli studi clinici sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini.
Per quanto riguarda invece la distribuzione dei vaccini nel nostro paese dobbiamo ricordare che è stata gestita a livello regionale, nel senso che ogni regione si è presa la responsabilità di creare una sua strategia per la distribuzione delle dosi che fosse efficace e rapida.
In ogni caso, nonostante le regioni fossero comunque autonome hanno deciso di seguire le linee guida e le raccomandazioni stabilite dal Ministero della Salute, nonché dal governo centrale.
Tutto questo ha portato un ottimo risultato visto che alla fine del 2021 tutte le regioni italiane avevano raggiunto una percentuale di copertura vaccinale assolutamente rilevante in positivo.
Addirittura alcune di queste regioni avevano superato il 90% della popolazione vaccinata con almeno una dose. Per quanto riguarda i dati sulle percentuali dei vaccini Covid-19, somministrati in Italia, ricordiamo che sono stati forniti in maniera sempre aggiornata dal Ministero della Salute che li ha pubblicati sul sito web ufficiale, dedicato proprio alla campagna di vaccinazione Covid-19.
Inoltre, per quanto riguarda i vaccini Covid somministrati in Italia, i dati sono stati aggiornati e raccolti in maniera quotidiana dalle regioni italiane.
Questi dati comprendono sia il numero di dosi somministrate, ma anche il tipo di vaccino, utilizzato nonché le indicazioni sulle fasce di età e sulla regione.
Infine anche l’agenzia italiana del farmaco, e cioè l’Aifa, ha fornito in maniera regolare aggiornamenti sull’approvazione all’utilizzo dei vaccini Covid in Italia, incluse le raccomandazioni per l’uso ed effetti collaterali.
Volendo fare una retroanalisi, possiamo dire che la campagna vaccinale in Italia inizia a dicembre del 2020 cioè subito dopo che l’Ema decide di approvare il primo vaccino fornito da Pfizer Biontech.
Nel 2021 la campagna inizia bene, tant’è che nel 2000 nel mese di luglio dello stesso anno si registrano circa 50 milioni di dosi somministrate, le prime delle quali vengono utilizzate dal personale sanitario degli ospedali Sacco di Milano e Spallanzani di Roma partendo dal dicembre 2020.
I primi mesi la campagna va un pochino a rilento, o comunque in maniera graduale, perché non c’è una disponibilità così elevata però poi accelera in primavera quando anche altre aziende oltre a Pfizer si uniscono.
Ma a un certo punto però sorgono problemi con Astrazeneca perché quel vaccino presenta dei problemi. Di conseguenza viene sospeso ma comunque la campagna continua e in aprile si arriva a 300.000 dosi al giorno disponibili per le persone.
La svolta arriva a maggio quando anche gli over 50 vengono coinvolti nella campagna, visto che si aprono le prenotazioni anche per loro. Per questo motivo il ritmo aumenta fino ad arrivare a giugno ad aumentare in maniera considerevole, grazie anche al grande lavoro del commissario straordinario per l’emergenza covid Figliolo.
Alla fine nonostante le difficoltà iniziali il ritmo dei vaccini Covid somministrati in Italia è stato soddisfacente. Anche se comunque le polemiche non mancano tra chi si sarebbe aspettato un ritmo un po’ più veloce e chi invece riteneva si stesse esagerando perché bisognava secondo lui procedere solo con le vaccinazioni obbligatorie per le persone fragili e anziane–
In ogni caso a dare anche una grande accelerazione ai vaccini contribuisce l’attivazione del famoso Green pass e cioè il certificato digitale all’interno del quale, grazie a un sistema particolare, la persona poteva dimostrare di essersi vaccinata. Quindi poteva accedere a tutta una serie di servizi sia lavorativi che sociali.
Secondo i dati ufficiali della scienza in Italia i vaccini Covid somministrati in Italia sono stati efficaci quantomeno per ridurre le forme gravi di malattia e i ricoveri conseguenti negli ospedali italiani, anche se qualcuno ha avuto qualche dubbio per quanto riguarda l’efficacia sul contagio.
In ogni caso qualche milione di italiani ha deciso di non vaccinarsi per un discorso ideologico e di paura ,però era una cosa che era stata messa incontro da chi ha avviato la campagna vaccinale.
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