Si avvicina la fine dell’anno scolastico: un momento cruciale, nel bene e nel male, sia per i genitori sia per i figli. Ecco i consigli per gestirlo al meglio.
Giugno è ormai alle porte e l’anno scolastico agli sgoccioli: chi ha un figlio a scuola – dalle elementari alle superiori – sa bene che è proprio in questi giorni che per gli studenti tutti i nodi vengono al pettine.
Tra interrogazioni fuori tempo massimo per aggiustare la media o strappare la sufficienza, e ansie da prestazione in vista degli esami di fine ciclo scolastico, il momento è delicato. Come affrontarlo da genitori in modo intelligente?
Il tema è stato sollevato nella puntata dello scorso 17 maggio di Catteland, su Radio Deejay, grazie all’intervento di tale Simona, un’ascoltatrice che ha posto una serie di domande alle quali ha risposto in studio la psicoterapeuta Stefania Andreoli: “Mi sento in colpa – ha ammesso la radioascoltatrice -. Mio figlio rischia la bocciatura e non vuole più andare a scuola e io sono dell’idea che la cambi, come ho fatto io stessa da giovane. Ma il papà è contrario”.
Cosa si può e si deve dire a un figlio che viene bocciato a scuola? Come affrontare il disagio e le conseguenze di un evento del genere?
La mamma intervenuta ai microfoni di Radio Deejay si è detta preoccupata non tanto per la bocciatura in sé, quanto per le sue ripercussioni su un equilibrio familiare già precario, essendosi da poco separata dal marito e sentendo tutto il peso della responsabilità della sua decisione.
Stefania Andreoli ha provato innanzitutto a fare un po’ di ordine, distinguendo tra separazione e performance scolastica: “Stai facendo un po’ un ‘minestrone’ e dobbiamo prima di tutto individuare gli elementi sul tavolo – ha detto alla mamma -. La separazione c’entra per il fatto che non siete d’accordo sulla scelta della scuola. Ma per assurdo ci sono momenti ‘migliori di altri’ per procedere a una separazione. E l’adolescenza è uno di questi…”.
L’esperta si è inoltre detta “convinta che i figli non ‘vengano bocciati’ ma che piuttosto ‘si facciano bocciare’. E questo non per forza va considerato un fallimento nella vita di uno studente, così come un apparente successo, potrebbe non rivelarsi in fondo tale. Il mio primo analista diceva sempre ai genitori questa frase in casi del genere: ‘Se un ragazzo verrà bocciato ci lavoreremo, se verrà promosso ci lavoreremo’”. Ogni genitore può farne tesoro.
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