Gli incendi, soprattutto in estate, sono una vera e propria piaga dovuta alla mano dell’uomo. Ecco cosa c’è nella testa di un piromane
Ogni anno, purtroppo, la situazione riguardante gli incendi in Italia è sempre più drammatica. Anche quest’anno, complice il grande caldo, i roghi sono divampati un po’ su tutta la Penisola, anche e soprattutto, per via della mano criminale dei piromani. Ma cosa scatta nella testa di chi appicca il fuoco? Ecco cosa ci dice la scienza.
Una situazione gravissima, soprattutto in quest’estate 2023. Incendi, spesso dolosi, hanno interessato tutto il Paese, soprattutto determinate aree della Sardegna. Una situazione che ha spinto anche il Governo a inasprire le pene contro i piromani, dato che, ogni anno, dietro quest’emergenza vi è la mano dell’uomo.
Al netto di interessi economici (che spesso riguardano le mire su alcuni terreni) chi appicca il fuoco, spesso, gode nel veder divampare le fiamme. Ma cosa c’è nella testa di chi compie questo gesto che devasta territorio e natura e che mette a rischio l’incolumità di tutti.
Abbiamo usato il verbo “godere” non a caso. Perché anche gli scienziati e gli psicologi fanno una netta differenza tra incendiari e piromani. I primi, infatti, si muovono tendenzialmente per ragioni economiche, che possono anche essere di ripicca nei confronti di un vicino di terreno. Veri e propri atti delinquenziali, dietro i quali, soprattutto a determinate latitudini, si cela anche la mano della criminalità organizzata che, da sempre, ha un rapporto viscerale con il territorio.
I piromani, invece, non rientrano strettamente in una categoria criminale (pur commettendo, evidentemente, un reato), ma psichiatrica. Se gli incendiari spesso usano anche degli strumenti più sofisticati per appiccare le fiamme, il piromane usa invece metodi molto più spiccioli (ma ugualmente devastanti purtroppo). Al piromane basta un accendino o un mozzicone di sigaretta.
Questo perché il piromane vuole essere lì quando il fuoco inizia a crescere, quando le fiamme si alzano, quando il fumo si infittisce e l’odore di bruciato è sempre più intenso. Il piacere che i piromani provano nell’assistere al divampare delle fiamme è paragonabile a quello di un orgasmo.
Per loro è un sostituto dell’atto sessuale, nei confronti del quale si sentono inadeguati e impotenti. Lo spiegano gli esperti, sostenendo che spesso è proprio il piromane a chiamare i vigili del fuoco e, a volte, a partecipare anche alle operazioni di spegnimento del rogo. Una vera e propria malattia, che va curata con un percorso terapeutico e, spesso, con farmaci. Purtroppo, però, nessun piromane riconosce di esserlo e di essere malato.
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