Il servizio di leva militare obbligatoria, in Italia, è oramai inattivo da tanti anni. Come stabilito dalla legge del 23 agosto 2004 n.226.
L’obbligatorietà del servizio di leva era previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge. Ufficialmente inattiva dal primo gennaio 2005, dopo ben 143 anni, precisamente dal 1861 al dicembre del 2004.
Promulgato dal governo Berlusconi, fu accolto inizialmente con tanto scetticismo, soprattutto dalla popolazione più anziana, che o aveva fatto la guerra o semplicemente il classico periodo di leva. Che dunque considerava tale percorso altamente formativo nei giovani, tuttavia nel corso degli anni furono indotte delle misure per incentivare i ragazzi, sia uomini che donne, ad avvicinarsi nuovamente alla tuta mimetica.
Studi statistici hanno dimostrato che molti giovani ed anche qualche genitore, aveva paura della leva obbligatoria, poiché poteva magari segnare la vita dei ragazzi a livello psicologico, una volta terminato tale cammino, date le voci del fenomeno del nonnismo militare. Alcune famiglie addirittura, studiarono stratagemmi come ingessare la gamba ai figli fingendo incidenti, pur di non far passare la visita medica ed ottenere quindi lo status di riformato.
Altri dati sconcertanti evidenziano un grande e purtroppo grave peggioramento delle generazioni che non sono rientrate nella leva militare, aumentati esponenzialmente negli istituti scolastici il bullismo, addirittura fin dalle scuole elementari, gli episodi di violenza nei confronti dei coetanei e non solo attraverso la formazione di gang criminali. Il famigerato e chiacchierato nonnismo militare, magari inizialmente poteva turbare i ragazzi nell’inserimento in un gruppo nuovo, con magari qualche “penitenza” un po’ più dura del previsto, come una doccia gelata, o una lustrata di scarpe generale a tutti i superiori. Mentre questo cambio epocale ha stravolto radicalmente la cultura di un paese, già restio al rispetto di alcune regole o dettami, ponendo le generazioni più giovani all’essere a briglie totalmente sciolte.
Ma è possibile un ritorno al passato? Su questa possibilità è più volte intervenuto l’attuale vice premier Matteo Salvini, dicendosi assolutamente a favore della reintroduzione della leva obbligatoria: “Credo sia un passo avanti quello di insegnare ai giovani che non esistono solo i diritti ma anche i doveri”.
La reintroduzione quindi del servizio militare obbligatorio, potrebbe avvenire solamente mediante una modifica al “Codice dell’ordinamento militare”, il testo che nel 2010 ha rimpiazzato la “legge Martino”, approvato durante il governo Berlusconi IV. Intanto sulla proposta del leader della Lega Matteo Salvini non sembra esserci ampio consenso. Non solo tra le opposizioni, ma anche all’interno della stessa maggioranza di centrodestra aleggia un po’ di scetticismo.
Non resta quindi che attendere e vedere cosa succederà, se il governo appena insediato prenderà seriamente in considerazione questa possibilità, o se si manderà tutto a carte quarantotto come si suol dire, lasciando invariato il tutto e facendo scegliere ai giovani se arruolarsi nell’esercito o meno; anche perché va ricordato, l’arruolamento nell’esercito, non per forza è sinonimo di carriera militare, si può sempre provare la strada previa concorso per il VFP1, che prevede l’accesso nel corpo militare per la durata di un anno, diciamo una sorta di leva mascherata, che dipende dalla volontà di chi vuole arruolarsi.
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