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Rapimento Getty, quando un orecchio convinse l’uomo più avaro del mondo

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Sono passati cinquant’anni dal sequestro Getty. Era solo l’inizio di una storia terribile e pietosa, tra ricchezza e disperazione.

Jean Paul Getty, nato nel 1892 da un petroliere del Minnesota, a 24 anni era già lo speculatore più famoso d’America. Aveva già guadagnato il suo primo milione di dollari, comprandosi un pozzo di petrolio dell’Oklahoma. Un pozzo che ora è un’attrazione turistica. Fece epoca. Invidiato forse come nessuno, smise già di lavorare per due anni. E li trascorse spassandosela fra le donne. Suo padre era spaventato da una simile spregiudicatezza. Ma Jean Paul era ancora ben lontano dal culmine.

Jean Paul Getty III sembrava uscito da un affresco rinascimentale – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Il massimo fu in quella risposta data a Gail Harris, la madre del nipote Jean Paul III, che lo supplicava di pagare il riscatto di 17 milioni di dollari: “Ho altri 13 nipoti. Se li rapiscono tutti, moltiplichi 17 per 14 e vedi di che cosa si tratta”. Aveva camminato per le terre inesplorate dell’avarizia. Aveva varcato le colonne d’Ercole dell’avidità. Ed era diventato l’uomo più ricco del mondo.

Un temperamento che faceva venire i brividi

Diceva che “i poveri erediteranno la Terra secondo il Vangelo, non certo i diritti di sfruttamento delle miniere”. Prigioniero del suo talento per la speculazione e stregato dal denaro. Il nipote Jean Paul III, per quanto fosse erede di una fortuna enorme, non era un ragazzo fortunato. Il suo carattere era ben diverso da quello del decano dei Getty. A 16 anni, per quanto fosse bello e invidiato, si trascinava a Santa Maria in Trastevere, chiedendo 100 lire ai tavolini dei bar.

La conferenza stampa di Gail Harris col suo avvocato – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Si lasciava andare alle canne, all’hashish, all’alcol. Il patrimonio del nonno oggi secondo le stime valeva 8 miliardi di euro, e ne avrebbe lasciati 25 in eredità. Lui era in miseria, disastrato come la sua ragazza Martine Schmidt. Allora i sequestri in Italia erano numerosi. In tutto fra il 1969 e il 1998 vennero rapite 694 persone. Era l’affare criminale più redditizio.

La ‘ndrangheta sfida l’uomo più ricco del pianeta

Una cosca calabrese il 10 luglio del 1973, cinquant’anni fa, porta via il ragazzo e chiede un riscatto eccezionale. Ben 17 milioni di dollari, che equivalgono a 112 di oggi. Il capostipite della dinastia dei Getty si ribella e non paga. E’ convinto che sia una truffa del nipote, un disegnatore, un bohemien. Proprio come diceva spesso, scherzando. “Per avere dei soldi devo fingere un rapimento”. Ed è successo veramente, ma è l’inizio di una lenta tragedia.

Passano i mesi, mentre Jean Paul III resta prigioniero in una cantina calabrese. In compagnia di una radiolina, ad aspettare. Una sfida senza limiti, tra la cosca e il miliardario, sulla pelle di un ragazzo. Il caso fa clamore. Se ne parla in tutto il mondo. Alla fine, alla redazione del giornale Il Messaggero viene recapitata una ciocca di capelli e un orecchio, tagliato via per convincere l’anziano miliardario.

Criminali feroci, che non conoscono limiti

E’ la prima mutilazione della storia dei sequestri, la prova che i rapitori fanno sul serio. Jean Paul senior alla fine paga, ma a modo suo. Dopo la trattativa i rapitori hanno ridotto la somma a 3 milioni di dollari. Il nonno sborsa 2,2 milioni, nulla più di quel che può dedurre dalle tasse. Il resto lo fa pagare a suo figlio, che era in in clinica. Non solo. Lo costringe a restituire tutto con l’interesse del 4% annuo.

Dietro le sbarre, gli imputati del processo Getty – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Anche il padre, Jean Paul jr, dopo la guerra di Corea e un posto da manager in un’azienda di famiglia, è andato in rovina e non ha la somma necessaria. Non fa più il manager. Ha sposato da qualche anno l’affascinante modella Talitha Pol ed è diventato hippy. Si è dato alle droghe, disastrosamente. Nel ’71 è entrato in una clinica per disintossicarsi. Così sarà Jean Paul III a pagare parte del suo stesso riscatto.

Una vita che diventa un incubo interminabile

Viene rilasciato il 15 dicembre ’73 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Vicino a un distributore di benzina, a Lauria in provincia di Potenza. L’hanno riempito di penicillina sciolta nel cognac. Il motivo è che dopo il taglio, l’orecchio si è infettato. Il ragazzo già aveva preso la polmonite e i rapitori non hanno saputo curarlo. Lo hanno anche costretto a ubriacarsi per ridurgli la sensazione di dolore.

Il camionista che lo trova lo vede sporco, lacero, pallido e dimagrito. Non si riprenderà più. A 19 anni sposa la regista Gisela Zecher e ha un figlio, Balthazar, diventato attore cinematografico e televisivo. Il matrimonio però dura poco. Jean Paul III precipita nella depressione e nella dipendenza dalle droghe.

La polmonite, l’infezione, l’ubriachezza forzata

Nel 1981 un cocktail di metadone e psicofarmaci lo riduce a relitto umano. Gli viene un ictus, resta su una sedia a rotelle, perde anche la vista e il padre gli nega le cure. Sarà un giudice a intimare al padre di curarlo. E gli dirà di vergognarsi. Jean Paul Getty III muore nel 2011. Un uomo che nessuno ha amato.

I rapitori vengono catturati e processati a Lagonegro, in provincia di Potenza. Risultano collegati alle ‘ndrine più potenti. La clamorosa vicissitudine continua a commuovere e a far pensare. John Pearson scrive un libro, Tutti i soldi del mondo. Il film di Ridley Scott del 2017 lo porta sul grande schermo, con lo stesso titolo.

Ora gli eredi Getty sono 18 e non sono più petrolieri. La Getty Oil è stata ceduta alla Texaco nel 1984 per soli 10 miliardi, pochi anni dopo la morte del patriarca. La famiglia ora investe in diversi settori industriali e nella filantropia artistica con la Fondazione Getty creata dal patriarca. La Getty Images è guidata da Mark, fratello di Jean Paul III.

 

 

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