C’è fermento nella Chiesa, solitamente considerata baluardo della tradizione. E sono i più conservatori a chiedere un confronto libero e serio
Il Sinodo della Chiesa cattolica, iniziato in Vaticano il 4 ottobre, è un evento di eccezionale importanza, probabilmente il più importante dagli anni Sessanta, come ha riconosciuto il Washington Post. Fino al 29 ottobre, la capitale ospiterà il raduno dei 464 partecipanti, tra i quali 85 donne, di cui 54 con diritto di voto. Insieme a vescovi e laici, lavoreranno a un documento di sintesi finale che proporranno al pontefice. Non era mai successo prima. Il quale ha messo in chiaro che la Chiesa è essenzialmente sinodale, ovvero incontro di persone che si parlano e si ascoltano, ma non come in politica. La precisazione di papa Francesco non impedisce però a una sorta di minoranza di presentarsi “dubbiosa”, chiedendo al papa di spiegare qual è la retta via.
La novità della presenza femminile infatti è talmente forte che non ci si poteva che attendere una presa di posizione da parte dell’ala conservatrice che sostiene la messa in latino e la conferma della tradizione. Alla vigilia del Sinodo infatti è iniziato il convegno “La Babele sinodale”, nel teatro Ghione, a due passi da piazza San Pietro. I dubbi riguardano in particolare la partecipazione femminile, che potrebbe crescere fino all’introduzione del diaconato femminile, e la benedizione alle coppie omosessuali. “Babele” è chiamata la Chiesa che perde la propria identità storica, cadendo in uno stato di confusione.
I conservatori fanno riferimento al cardinale statunitense Raymond Burke, autore assieme ad altri quattro prelati, dei “dubia” sul ruolo delle donne, sui diritti dei gay e altri temi, rivolti al papa con una lettera, alla quale è stata data una risposta ritenuta non soddisfacente. L’organizzazione del contro-sinodo è a cura del giornale on line La Bussola Quotidiana, realizzato da un gruppo di giornalisti schierati con i tridentini.
Il direttore della Bussola Riccardo Cascioli ha contestato il fatto che il sinodo di papa Bergoglio sia blindato, e che l’informazione in merito sia rigorosamente sotto controllo, in modo che all’esterno giungano solo comunicati stampa. Bergoglio, ancora una volta, ha attribuito a Satana il potere distruttivo del chiacchiericcio e dello stesso dibattito di tipo politico. La Chiesa, per il papa, deve avere una voce sola, anche se dev’essere aperta a tutti come mai lo è stata in passato. Per i critici invece la dottrina di Dio non può essere modificata, né tantomeno sostituita con la dottrina degli uomini: Bergoglio insomma starebbe introducendo idee proprie.
Critiche dure, alle quali Francesco ha controbattuto punto su punto. La benedizione delle coppie gay, intanto, non equivale alla somministrazione del sacramento del matrimonio. Quel che conta, per il papa, è non perdere la carità pastorale. La verità oggettiva del matrimonio eterosessuale finalizzato alla procreazione non è l’unica espressione di questa carità, che necessita di gentilezza, pazienza, comprensione, tenerezza e incoraggiamento.
Quanto al sacerdozio femminile, Francesco ha risposto che lo stesso Giovanni Paolo II, pur avendo affermato che il sacerdozio femminile è impossibile, non intendeva per nulla denigrare le donne e relegarle alla subordinazione all’uomo. Più precisamente lo stesso Wojtyla ha sostenuto che il sacerdozio è innanzitutto funzione. Ed è santa la funzione, non necessariamente l’uomo. Poi, se la celebrazione dell’eucarestia è prerogativa esclusiva del sacerdote, il suo compito non dà luogo alla sua superiorità sugli altri: il sacramento è dell’assemblea.
In base a queste dichiarazioni, si comprende come mai Bergoglio insista sul carattere di sinodalità, o meglio di comunità della Chiesa. Per i contestatori tridentini invece il papa sta pagando un tributo alle mode culturali e antropologiche del nostro tempo, quando la Chiesa dovrebbe seguire una dottrina immutabile, non interpretabile. Inoltre, il papa predicando dialogo e apertura in realtà starebbe imponendo un cambiamento profondo ed estraniante. Francesco però ha avuto buon gioco nel rispondere che la crescita delle conoscenze culturali consente un’interpretazione migliore, cioè una comprensione più precisa, non a proprio piacimento.
A proposito del sacerdozio femminile, il leader dei conservatori cardinale Raymond Burke, è non meno contrario all’innovazione. Tanto che nel 2008, da arcivescovo di Saint Louis ha colpito con un’interdizione dai ministeri e dai sacramenti una suora delle Sorelle della Carità, Louise Lears. L’ha considerata colpevole di diverse offese contro la fede e la dottrina, perché si era detta favorevole al sacerdozio femminile e aveva partecipato a una cerimonia d’ordinazione di una donna del Women Priests movement, che per la Chiesa è ereticale.
Discussioni raffinate, nel complesso, che inducono a prendere decisioni di eccezionale impegno, dal momento che, va aggiunto, la crisi delle vocazioni e la rivoluzione digitale mettono in notevole difficoltà l’affermazione di un’identità che attraversi i millenni.
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