4 canzoni che fanno rabbrividire. La canzone italiana, uno dei vanti del nostro paese nel mondo, può nascondere qualcosa che non t’aspetti.
Le canzoni come colonna sonora della nostra vita. Motivi e parole che conosciamo a memoria e che identifichiamo con gli anni più belli e spensierati. Sono la nostra storia e la storia del nostro tempo.
La storia della canzone italiana è lunga e ricca di personaggi straordinari che l’hanno costruita, modellata, modificata nel corso dei decenni. Sono cambiate le mode ed è cambiata anche la canzone italiana. Sono cambiate le melodie, influenzate anche dai ritmi che sono giunti da oltreoceano. Sono mutati anche i parametri che hanno regolato i testi, divenuti, nel corso dei decenni, meno leggeri e sempre più legati alla problematiche che la società, di volta in volta, ha posto in primo piano. E c’è una data che segna uno storico spartiacque.
E’ il 31 gennaio 1958, quando al Festival di Sanremo trionfa Volare, canzone scritta ed interpretata da Domenico Modugno. In quel momento la tradizionale canzone melodica italiana viene messa definitivamente da parte e nasce la cosiddetta Canzone d’autore. Una lunga storia, resa immortale da personaggi che ne hanno scritto pagine indelebili. I testi di alcuni celebri cantautori sono da anni all’interno delle antologie di letteratura italiana. Capita anche, però, che all’interno di alcuni testi siano presenti errori da matita blu. Eccone alcuni.
Ebbene si, anche nei testi di canzoni molto conosciute, che in tanti abbiamo cantato, sono presenti alcuni gravi errori grammaticali. E non sempre si può dire che sono licenze poetiche. Alcuni esempi.
Adriano Celentano e la sua Una carezza in un pugno. Testo: “Ma non vorrei che tu a mezzanotte e tre stai già pensando a un altro uomo”. Errore: stai invece del corretto stia. Jovanotti canta Ragazzo fortunato. Testo: “Sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno“, ho invece del corretto di cui. E’ poi la volta di Arisa e della sua Controvento. Testo: “Come se il mondo è contro te“, è invece del corretto fosse. Ultimo caso da matita blu Tiziano Ferro in Ti voglio bene. Testo: “E in quanto a te so solo che se ti vedessi sarei più stronzo di ciò che ti aspettassi” aspettassi invece del corretto aspetteresti.
Questi sono soltanto alcuni esempi, ma ve ne sarebbero anche altri da citare. Gli autori dovrebbero, forse, porre maggiore attenzione al momento della stesura di un testo. In molti casi infatti quelle frasi e quelle parole diventano frasi e parole citate a memoria dai nostri ragazzi, per cui se sono scritte in maniera corretta ci guadagnano tutti. Si dice che alcune “forzature” linguistiche siano giustificate dal fatto che debbano, quasi obbligatoriamente, “modellarsi” sulla melodia. Una motivazione valida in taluni casi, in molti altri decisamente no.
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