Il Quartetto per la fine dei tempi di Olivier Messiaen è un’opera musicale contemporanea composta durante la prigionia del compositore francese durante l’Olocausto. La sua creazione e il suo significato simbolico sono stati influenzati dall’esperienza del compositore durante la prigionia e dalla sua forte fede religiosa.
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Il Quartetto per la fine dei tempi è stato composto da Olivier Messiaen nel 1940, durante la sua prigionia nel campo di concentramento tedesco di Görlitz. Lì, ha incontrato il clarinettista Henri Akoka, il violinista Jean Le Boulaire e il violoncellista Étienne Pasquier, con i quali ha creato il quartetto. La prima esecuzione del Quartetto per la fine dei tempi è stata organizzata nel 1941, all’interno del campo di concentramento, davanti a un pubblico di prigionieri e soldati tedeschi.
Il Quatuor di Messiaen è composto da otto movimenti, ognuno dei quali ha un titolo e una breve introduzione scritta dal compositore stesso nella prefazione del Quartetto. Il primo movimento, intitolato “Liturgie de cristal” (Liturgia di cristallo), descrive il risveglio degli uccelli all’alba in un contesto religioso, con il canto solitario di un merlo o di un usignolo circondato da suoni e trilli che si perdono tra gli alberi.
Il secondo, chiamato “Vocalise, pour l’Ange qui annonce la fin du temps” (Vocalizzo per l’Angelo che annuncia la fine del tempo), presenta una sezione centrale con armonie celesti e dolci cascate di accordi blu-arancio suonati dal pianoforte, accompagnati dalla melodia quasi cantata di violino e violoncello.
Il terzo movimento, “Abîme des Oiseaux” (Abisso degli uccelli), è un assolo di clarinetto che rappresenta il tempo con tutte le sue tristezze e scoramenti, mentre l’uccello simboleggia il nostro desiderio di luce, altezze, arcobaleni e canti gioiosi.
Il quarto movimento, “Intermède” (Intermezzo), è uno scherzo di carattere superficiale ma ricollegato agli altri movimenti da reminiscenze melodiche, mentre il quinto, “Louange à l’Éternité de Jésus” (Lode all’Eternità di Gesù), celebra l’eternità del Verbo con una lenta e infinita frase di violoncello che s’accompagna alla melodia lontana di violino.
Il sesto movimento, “Danse de la fureur, pour les sept trompettes” (Danza furiosa per le sette trombe), è il più ritmico e caratteristico della serie, evocando le sonorità di gong e trombe dell’Apocalisse.
Il settimo movimento, “Fouillis d’arcs-en-ciel, pour l’Ange qui annonce la fin du temps” (Vortice d’arcobaleni per l’Angelo che annuncia la fine del tempo), presenta una compenetrazione circolare di suoni e colori sovrumani, rappresentati dalle lame di fuoco, dalle colate di magma blu-arancio e dalle stelle improvvise.
Infine, l’ottavo movimento, “Louange à l’Immortalité de Jésus” (Lode all’Immortalità di Gesù), è un lungo assolo di violino che esprime l’amore e l’immortalità dell’uomo divinizzato da Gesù.
Il Quartetto per la fine dei tempi è stato concepito come un’opera musicale carica di simbolismo religioso. La sua struttura è stata ispirata dal Libro dell’Apocalisse e dai Vangeli, e la sua musica è stata concepita come una rappresentazione della fine del mondo e dell’inizio della vita eterna. Messiaen ha utilizzato anche i suoni degli uccelli per creare una simbolica rappresentazione della natura e della creazione divina.
L’esecuzione del Quartetto per la fine dei tempi è stata considerata una sfida tecnica ed emotiva per gli interpreti, a causa della sua complessa struttura e del suo significato simbolico. In particolare, la parte del clarinetto è stata considerata una delle più difficili del repertorio per clarinetto, a causa delle sue estreme estensioni e delle sue rapide transizioni di tonalità. Tuttavia, l’esecuzione del Quartetto per la fine dei tempi è stata considerata un’esperienza emozionante e trascendente per gli interpreti e per il pubblico.
Il Quartetto per la fine dei tempi è stato un’opera musicale influente nella musica contemporanea, grazie alla sua innovativa struttura e al suo uso della simbologia religiosa. Ha ispirato numerosi compositori di musica classica, di musica sperimentale e di musica contemporanea, e ha influenzato anche altre forme d’arte, come la letteratura e la pittura.
Il Quartetto per la fine dei tempi è stato eseguito in molte parti del mondo, guadagnando consensi e plausi dal pubblico e dalla critica. La sua esecuzione è stata accompagnata da varie interpretazioni e analisi, che hanno evidenziato la sua bellezza e la sua complessità. In particolare, sono state sottolineate la sua struttura simmetrica, che si riflette in ogni parte dell’opera, e l’uso della serie dei sette, che rappresenta i sette giorni della creazione biblica e i sette sacramenti della Chiesa cattolica. Inoltre, è stata evidenziata l’influenza della musica indiana e dell’Asia orientale, che Messiaen ha conosciuto attraverso la sua passione per l’ornitologia e per la cultura orientale.
Una curiosità legata al Quartetto per la fine dei tempi riguarda la scelta degli strumenti da parte di Messiaen per l’opera. Mentre il violino e il pianoforte erano strumenti comuni nella musica da camera, il violoncello e il clarinetto erano più inusuali. Secondo il compositore, la scelta del clarinetto era dovuta alla sua voce umana e alla sua capacità di evocare emozioni profonde, mentre il violoncello rappresentava per lui il Cristo, a causa del suo registro medio-basso, che richiamava la voce umana maschile e la sua capacità di esprimere la sofferenza e la compassione. La scelta di questi strumenti non solo ha dato al Quartetto per la fine dei tempi un suono unico e inconfondibile, ma ha anche contribuito a creare l’intenso significato simbolico dell’opera.
In conclusione, il Quartetto per la fine dei tempi di Olivier Messiaen è un’opera musicale contemporanea di grande importanza, sia per la sua storia che per il suo significato simbolico e religioso. La sua creazione durante la prigionia del compositore durante l’Olocausto lo rende un’opera che parla di speranza e di fede, nonostante le circostanze difficili della vita. La sua bellezza e la sua innovativa struttura continuano a influenzare la musica e le altre forme d’arte, facendone un’opera immortale e universale.
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