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Storia di Charles Manson, noto criminale che ha ispirato generazioni di artisti

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Mario Nuvoletto

Charles Manson è stato uno dei criminali più noti della storia americana. La sua vita è stata segnata da un’infanzia difficile e da un comportamento sempre più deviante, culminato nell’organizzazione della setta Family Manson, che ha commesso gli omicidi Tate-LaBianca nel 1969. Manson è morto in carcere nel 2017 a causa di complicazioni dovute ad una malattia.

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Infanzia difficile

Charles Manson è nato il 12 novembre 1934 a Cincinnati, Ohio. Sua madre, Kathleen Maddox, era una giovane alcolizzata che trascorreva gran parte della sua vita in prigione per reati minori. Manson non ha mai conosciuto il suo padre e il cognome “Manson” gli fu dato dal secondo marito di sua madre. Manson è cresciuto in orfanotrofi e istituti correttivi, dove ha subito violenze e abusi. Questa esperienza lo ha reso un individuo manipolatore e violento, che ha trovato nella setta Family Manson il modo di ottenere il controllo e il potere sui suoi seguaci.

La creazione della setta Family Manson

Nel 1967, Charles Manson ha creato la setta Family Manson, composta principalmente da giovani donne. Manson era convinto che una guerra razziale stesse per scoppiare e che la sua setta sarebbe sopravvissuta all’apocalisse. Manson manipolava i suoi seguaci con la droga e la violenza, e gli impartiva una filosofia distorta che lo considerava una sorta di messia.

Gli omicidi Tate-LaBianca

Nel 1969, i membri della Family Manson hanno ucciso brutalmente la star del cinema Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, e altre quattro persone nella sua villa a Los Angeles, e la notte successiva, hanno ucciso due persone nella loro casa a Los Feliz. Manson non ha partecipato direttamente ai crimini, ma ne è stato l’ideatore e il manipolatore. I membri della setta hanno scritto con il sangue della vittima la scritta “Healter Skelter” sulla porta di casa di Sharon Tate, riferendosi ad una canzone dei Beatles. Questi omicidi hanno scosso l’America e hanno portato all’arresto e al processo di Manson e dei suoi seguaci.

La personalità di Charles Manson

La personalità di Charles Manson è stata oggetto di numerosi studi psicologici e psichiatrici. Manson era affetto da disturbi di personalità e psicopatia, caratterizzati da una mancanza di empatia e rimorso, manipolazione e violenza. Manson ha trascorso gran parte della sua vita in carcere, dove ha continuato a esercitare il suo controllo sui suoi seguaci e a influenzare la cultura popolare. Ad esempio, la copertina dell’album dei Beatles “The White Album” è stata usata da Manson come fonte di ispirazione per i suoi deliri apocalittici.

La vita di Charles Manson in carcere

Dopo la condanna per gli omicidi Tate-LaBianca, Charles Manson è stato condannato all’ergastolo in prigione. Ha trascorso gran parte della sua vita in carcere, dove ha continuato a esercitare il suo controllo sui suoi seguaci e a influenzare la cultura popolare. Nel 1989, Manson ha sposato una giovane donna di nome Afton Burton, che aveva conosciuto tramite una corrispondenza. Burton si è impegnata per anni per ottenere la liberazione di Manson, ma senza successo. Manson è morto in carcere il 19 novembre 2017 a causa di complicazioni dovute ad una malattia.

L’influenza di Charles Manson nella cultura popolare

Nonostante la sua figura sia stata associata ad uno degli episodi più sanguinosi della storia americana, Charles Manson è stato oggetto di numerose opere musicali, cinematografiche e televisive. La sua personalità psicopatica e manipolatrice è stata fonte di ispirazione per molte opere d’arte e ha continuato a stimolare l’immaginazione di registi, scrittori e artisti.

Uno dei libri più noti dedicati alla figura di Manson è “Helter Skelter” di Vincent Bugliosi e Curt Gentry, che racconta i dettagli degli omicidi Tate-LaBianca e il successivo processo giudiziario. La serie televisiva “Aquarius” di NBC, interpretata da David Duchovny, è stata incentrata sulla figura di Manson e sulla sua setta. Anche il film “The Manson Family” di Jim Van Bebber, ispirato alla vita di Manson, ha suscitato interesse negli anni ’90, così come altri film e documentari sulla figura del criminale.

Uno degli ultimi esempi di opere ispirate a Manson è “Once Upon a Time in Hollywood” di Quentin Tarantino, ambientato nella Hollywood del 1969 e incentrato sui personaggi di Sharon Tate, interpretata da Margot Robbie, e dei due protagonisti, Rick Dalton, interpretato da Leonardo DiCaprio, e Cliff Booth, interpretato da Brad Pitt. Nel film, la figura di Manson è presente come un personaggio marginale ma significativo, interpretato da Damon Herriman.

Conclusioni

La vita di Charles Manson è stata segnata dalla violenza, dalla manipolazione e dalla devianza. La sua setta Family Manson ha commesso uno degli omicidi più efferati della storia americana. Manson è stato condannato all’ergastolo in prigione, dove ha continuato a influenzare la cultura popolare e ad esercitare il suo controllo sui suoi seguaci. La sua morte nel 2017 ha chiuso un capitolo oscuro della storia americana, ma la sua figura rimane ancora oggi oggetto di fascinazione e studio per psicologi e criminologi.

Charles Manson è stato una figura controversa e oscura, ma la sua personalità psicopatica e manipolatrice ha continuato a suscitare l’interesse di artisti e scrittori, che hanno dedicato numerose opere alla sua figura. Le opere ispirate a Manson sono state fonte di dibattito e riflessione sulla natura della violenza e sulla psicologia dei criminali, dimostrando come la sua figura abbia ancora oggi una rilevanza culturale e sociale.

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