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Letteratura

La vita di Machiavelli, una figura ancora oggi attuale

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Niccolò Machiavelli è stato talmente importante da entrare nel vocabolario comune. L’aggettivo machiavellico, utilizzato a suffragio della tesi il fine giustifica i mezzi a lui attribuita, fa parte ormai della lingua italiana. Scrittore, filosofo, storico, drammaturgo, politico e diplomatico italiano nonché segretario della seconda cancelleria della Repubblica Fiorentina dal 1498 al 1512: Machiavelli ha vissuto più vite in una tanto da essere definito uomo universale al pari di Leonardo Da Vinci. Viene considerato il fondatore della scienza politica moderna, i cui principi vengono esaltati nella sua opera più celebre “Il Principe” dove espone il concetto di ragion di stato e presenta la concezione ciclica della storia. Niccolò di Bernardo dei Machiavelli nacque ovviamente a Firenze nel 1469, terzo di quattro figli e primo maschio in famiglia, e sempre nel capoluogo toscano morì nel 1527. A lui è dedicata la statua all’ingresso della Galleria degli Uffizi.

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L’infanzia e la formazione

Nacqui povero ed imparai prima a stentare che a godere”. Così descriveva la sua infanzia Niccolò Machiavelli che iniziò prima a studiare latino per poi dedicarsi alla grammatica, all’aritmetica ed infine a prove scritte di componimento proprio in latino. Dalla biblioteca del padre, d’altro canto, poteva attingere a piene mani tra Tito Livio, Flavio Biondo, Cicerone, Macrobio, Prisciano e Marco Giuniano Giustino. Di politica si interessò fin da giovanissimo e ancor prima di ricoprire cariche istituzionali.

La vita di Machiavelli si svolse in due fasi: la prima metà fu dedicata principalmente agli affari pubblici, mentre la seconda metà fu dedicata agli scritti teorici e speculativi. Determinante per la prima delle due fasi, fu l’incarico di secondo segretario della Cancelleria di Repubblica che gli consentì di entrare seriamente a far parte della vita politica attiva. In passato non aveva avuto posizioni favorevoli sull’operato di Savonarola esprimendo anche giudizi duro sul suo operato.

Inizio e fine della carriera politica

Le sue qualità gli vengono immediatamente riconosciuto, tanto che viene più volte inviato all’estero in missione diplomatica. Una delle tappe più volte toccate è la Francia con viaggi che gli consentono di elaborare analisi politiche approfondite con consigli preziosi ed utili per il governo fiorentino. Da Machiavelli stesso arrivò l’idea della necessità di dotarsi di un proprio esercito, senza la necessità di affidarsi continuamente a mercenari. La politica doveva cambiare, cercando di diventare più risoluta. La fine della sua attività in politica coincide con il rientro nel capoluogo toscano dei Medici con l’espulsione dei francesi del 1512. Spedito in esilio nella villa dell’Albergaccio, venne in seguito arrestato e torturato dopo la scoperta di una congiura contro i Medici nella quale era sospettato di complicità.

Le opere di Machiavelli

Tra il 1512 e il 1525 Machiavelli compose quasi tutte le sue opere più importanti. Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Il Principe, Dialoghi dell’arte della guerra, Discorso sopra il riformare lo stato di Firenze. Nel 1520 gli fu incaricato di scrivere una storia di Firenze, “Istorie Fiorentine”, che completò nel 1525. Fu anche molto patrocinato dalla famiglia Medici, seppur quasi esclusivamente per piccoli incarichi. Tra le sue opere ricordiamo il poema satirico “L’asino d’oro”, la commedia “La Mandragola” del 1518, capolavoro del teatro rinascimentale, e la commedia “Clizia” del 1525.

Il suo stile letterario, definito fresco, era immediatamente riconoscibile data la ricerca della chiarezza e dell’espressività al di sopra dei modelli letterari. La concretezza era un’altra delle sue caratteristiche nella scrittura con rifiuto quasi categorico nei confronti dei concetti astratti. Quando i Medici furono cacciati da Firenze, Machiavelli provò a reinsediarsi al servizio della restaurata repubblica senza tuttavia essere mai preso in considerazione. Nello stesso anno in cui ciò avvenne, era il 1527, Machiavelli morì per colpa di una malattia che nel giro di poco tempo lo costrinse a passare a miglior vita.

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