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Torino, una donna ha deciso di morire rifiutando cibo ed acqua

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L’ennesimo sciopero della fame consumato dietro le sbarre di un penitenziario: una donna ha rifiutato cibo e acqua, segnando il suo destino.

Il rapporto dell’associazione Antigone relativo all’anno 2022 conta ben 85 suicidi avvenuti dietro le sbarre, di cui 50 consumati dopo sei mesi di detenzione, 21 dopo tre mesi, 16 entro i primi dieci giorni e 10 nelle prime 24 ore di reclusione. Si tratta di un dato decisamente preoccupante, che ha attirato l’attenzione della senatrice Ilaria Cucchi: “Questa è una tragedia che non può essere tollerata in un Paese che si professa civile e democratico” – sono state le sue parole. Lei stessa dovette confrontarsi con le condizioni estreme dei detenuti. Nel 2009 il fratello Stefano Cucchi venne massacrato dalle forze dell’ordine, per poi morire pochi giorni dopo a causa delle ferite riportate.

Una donna si toglie la vita nel carcere di Torino, non mangiava da più di tre settimane – foto: ansa – lintellettualedissidente.it

Si tratta dunque di un tema caro alla senatrice, che da anni combatte contro il comportamento aggressivo manifestato all’interno delle carceri, sensibilizzando l’opinione pubblica riguardo l’umanità dei detenuti, qualsiasi sia il crimine del quale sono responsabili. La senatrice è poi intervenuta in merito all’ennesimo suicidio, avvenuto dietro le sbarre del carcere Le Vallette, in provincia di Torino. Una detenuta ha rifiutato cibo e acqua per oltre tre settimane, è morta nella notte di venerdì 11 agosto.

Sciopero della fame, una morte lenta e ricca di sofferenze

Lo sciopero della fame è iniziato lo scorso 22 luglio: una detenuta nigeriana ha rifiutato cibo e acqua per oltre tre settimane, opponendosi a qualsiasi tipo di terapia ed assistenza. Nel giorni precedenti alla morte, la donna è stata soccorsa dagli operatori sanitari del 118, in seguito ad una degenerazione delle sue condizioni di salute. Quest’ultima ha rifiutato persino il ricovero, segnando inevitabilmente il suo tragico destino. Al momento non sono chiare le dinamiche dell’accaduto e soprattutto le motivazioni che avrebbero spinto la detenuta ad una decisione così estrema.

La detenuta nel carcere di Torino non è sopravvissuta allo sciopero della fame – lintellettualedissidente.it

Molti carcerati utilizzano lo sciopero della fame come forma di protesta: alcuni rinunciano dopo pochi giorni, travolti dalla fame e dalla sete, altri persistono nel loro obiettivo, accettando scientemente la morte per stenti e disidratazione. Il 20 ottobre 2022 avvenne un caso simile: Alfredo Cospito, terrorista e anarchico italiano, iniziò uno sciopero della fame per protestare contro il regime di reclusione 41-bis. Il criminale, responsabile della gambizzazione di Roberto Adinolfi, rifiutò cibo e acqua per quasi sei mesi.

Proprio come per Cospito, anche in questo caso le autorità non hanno potuto contestare la scelta della detenuta nigeriana, in quanto esplicata con razionalità e lucidità. L’epilogo tuttavia è stato diverso: Cospito ha interrotto lo sciopero il 19 aprile 2023, mentre la donna reclusa nel carcere di Torino ha perso la vita.

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