Incredibile colpo di scena relativo al caso Ivan Ciullo. Spunta la nuova ipotesi secondo cui il dj sarebbe stato strangolato e poi impiccato
Era il 22 giugno 2015 quando venne trovato il corpo di Ivan Ciullo, un dj salentino di 34 anni. L’uomo venne trovato impiccato nelle campagne di Acquarica del Capo, in Puglia, ma fin da subito la dinamica dell’episodio non apparve chiara.
Sono stati i familiari di “Dj Navi”, questo il nome con cui era conosciuto Ivan Ciullo, a dichiarare che loro figlio non si sarebbe mai suicidato. Otto anni dopo la morte dell’uomo, infatti, spunta una nuova e incredibile ipotesi che potrebbe cambiare totalmente la ricostruzione di quanto è avvenuto. Al vaglio degli inquirenti, infatti, ci sarebbe la possibilità che Ivan sia stato strangolato e dopo impiccato.
Ivan Ciullo potrebbe essere stato ucciso
All’interno del fascicolo di inchiesta del sostituto procuratore, Donatina Buffelli, ci sarebbe anche l’ipotesi di omicidio. Ivan Ciullo potrebbe non essersi suicidato e dunque, seguendo questa ipotesi, sarebbe stato ucciso. Il terzo magistrato, dopo il cambio degli altri due pm, ha infatti ipotizzato il reato di omicidio, escludendo quindi la pista dell’istigazione al suicidio. Una strada inaspettata, se si pensa al fatto che l’episodio avvenne ben 8 anni fa, ma che ha portato anche a far emergere due nuovi indagati. Si tratta dell’uomo con cui Ivan avrebbe avuto una relazione sentimentale ed un musicista di Acquarica, un collaboratore del dj.
Si tratta di una vera e propria svolta nel caso Ciullo, in cui il reato contestato porterà ad emettere ulteriori accertamenti per capire finalmente che cosa è davvero accaduto quel maledetto giorno e se Ivan sia stato ucciso prima di essere impiccato. La perizia richiesta dagli inquirenti, infatti, consisterà in un’analisi approfondita del cellulare e del computer di Ivan Ciullo, in modo da prelevare elementi fondamentali per una – quasi insperata – risoluzione del caso. Sui dispositivi di proprietà del dj, infatti, potrebbero trovarsi chat, foto, documenti o telefonate che aiuterebbero a ricostruire relazioni, contatti e movimenti durante gli ultimi giorni di vita dell’uomo.
L’incarico, che verrà affidato a partire dal prossimo 14 luglio, avrà lo scopo di recuperare tutte le informazioni presenti nella memoria del compute. Secondo quanto stabilito dal perito della Procura che effettuò una prima valutazione, infatti, l’hard disk del computer di Ciullo risultava danneggiato già all’epoca in cui si svolsero i fatti.
Strangolato e poi impiccato: le ipotesi della famiglia
La svolta inattesa da parte degli investigatori potrebbe portare quindi ad un esito diverso rispetto a quello ipotizzato in partenza. Una possibilità sempre avanzata dalla famiglia del dj, con i suoi genitori, Rita e Sergio, che hanno sempre escluso e respinto con forze l’ipotesi del suicidio forzato. A questo serviranno le indagini dei tecnici incaricati dal pm, che potrebbero avallare o smentire quelle che sono le indagini svolte dagli esperti ingaggiati dalla famiglia.
Un’ipotesi portata avanti con costanza dai congiunti, soprattutto a seguito delle precedenti richieste di archiviazione dell’indagine. Il cambio di rotta potrebbe rappresentare una vera svolta per la famiglia di Ivan Ciullo.