Guida con una patente di guida scaduta da 34 anni. La donna viene fermata dalla Polizia Stradale di Alessandria e tenta di giustificarsi.
L’articolo 126 del Codice della Strada prevede due sanzioni per i conducenti che usufruiscono dei mezzi a loro disposizione con la patente scaduta. La legge impone una sanzione accessoria – ovverosia il ritiro della patente da parte delle autorità – e/o il pagamento di una multa il cui importo può oscillare tra i 155 e i 624 euro, a seconda dell’ultimo rinnovo della patente previsto e non rispettato. A questo punto, il cittadino può procedere con il pagamento della somma assegnatogli e successivamente richiedere la pratica di rinnovo. Laddove il soggetto in questione abbia mancato di rinnovare il documento per oltre tre anni, dovrà ripetere l’esame teorico e pratico.
Una volta segnalato il mancato rinnovo da parte delle autorità, il cittadino ha a disposizione 10 giorni per potersi sottoporre a visita medica e chiedere che gli venga restituito il documento di guida. Se il cittadino non rispetta le tempistiche a norma di legge, la sua patente verrà ritirata dalla Prefettura, in attesa che il diretto interessato proceda al ritiro. Nel lasso di tempo in cui il soggetto non possiede il documento, quest’ultimo non potrà guidare alcun mezzo a sua disposizione. Cosa succede dunque in caso in cui il cittadino manchi di rinnovare la patente per oltre tre decenni?
Ottiene la patente nel 1979, non la rinnova
Una donna, residente in provincia di Alessandra, è stata fermata dalla Polizia Stradale. Come accade di consueto, le forze dell’ordine hanno richiesto il documento e l’assicurazione. L’iniziale indecisione di quest’ultima ha colpito particolarmente gli agenti di turno. La conducente ha dichiarato di non avere la patente con sé, dopodiché – di fronte all’insistenza giustificata della polizia – ha mostrato loro il suo documento di guida. L’ultimo rinnovo risale al 1979, anno di conseguimento dell’esame. La donna non ha mai rinnovato la patente, che di fatto risulta invalida da oltre 30 anni, 34 per la precisione.
La Polizia Stradale ha segnalato l’identità della conducente alla Motorizzazione. Secondo il Codice della Strada, non solo la donna dovrà pagare la più alta somma prevista dall’articolo 126, ma dovrà ripetere il test teorico e pratico associato all’esame di guida. Inoltre, le autorità hanno richiesto espressamente a quest’ultima di sottoporsi ad esame medico per certificare i requisiti psico-fisici necessari per l’idoneità. La diretta interessata si è giustificata affermando che, negli ultimi tre decenni, ha utilizzato il suo veicolo solo ed esclusivamente per eseguire piccoli spostamenti.