Ucciso mentre era con la sua fidanzata, Nicola è la giovane vittima di un caso irrisolto la cui verità è ormai quasi impossibile da scoprire
Era il 28 giugno 1980. Circa quarant’anni fa un colpo di pistola uccideva Nicola Bonetti, giovane brillante ragazzo di 22 anni, studente di medicina e la cui vita, fino a quel momento, scorreva normalmente.
Un caso rimasto irrisolto per più di quarant’anni e che oggi, nonostante gli appelli, i ricordi, le testimonianze, non sembra poter avere una soluzione. Si tratta di uno di quei casi di cronaca nera che non sembrano poter avere una logica e su cui gli inquirenti, per anni, hanno investito tempo e denaro, senza però venirne a capo. Ad oggi, infatti, l’assassino di Nicola non ha né un volto e nemmeno un nome e le richieste di coloro che chiedono a gran voce giustizia sembrano essere cadute nel vuoto. Ma perché oggi è quasi impossibile scoprire la verità dell’omicidio di Nicola Bonetti?
Quella maledetta sera il giovane Nicola Bonetti, giovane studente ferrarese di medicina, era in compagnia della sua ragazza. I due decisero di appartarsi con la loro macchina nella pineta presso il Lido di Spina, una frazione di Comacchio. Mentre erano insieme qualcosa deve essere andato storto, perché la serenità della coppia è stata bruscamente interrotta da due spari di pistola, diretto proprio verso il giovane Nicola. Due colpi risultati fatali per la vita del giovane, e un omicidio che non ha mai visto il nome di chi ha premuto sul grilletto.
A oltre quarant’anni dall’efferato omicidio il caso non hai mai visto una reale svolta. Nonostante i sospetti, le incertezze e gli indagati, nessuno è mai stato condannato e le piste da seguire – sempre più flebili – hanno portato ad un nulla di fatto nelle indagini svolte dagli inquirenti. Quella notte l’unico testimone della vicenda era proprio la fidanzata del ragazzo, la quale non è mai riuscita a fornire elementi sufficienti per l’identificazione dell’omicida. Secondo la donna un uomo col volto coperto si sarebbe avvicinato alla macchina e, con aria minacciosa, avrebbe intimato il giovane Nicola ad aprire la portiera dell’auto. Tuttavia, il ragazzo – spaventato – decise di ingranare la retromarcia e provare a scappare. A quel punto i due colpi.
A nulla servirono i soccorsi da parte di alcuni passanti che erano nella zona e l’intervento degli operatori sanitari: Nicola, al terzo anno di medicina, morì in ambulanza mentre si tentava il trasporto in ospedale. Ad essere stato fatale fu uno dei due colpi sparati dall’omicida. Ma perché, ancora oggi, nessuno è riuscito a dare un volto e una spiegazione a questo gesto?
Gli inquirenti che all’epoca indagarono sui fatti non furono mai del tutto convinti della ricostruzione fornita dalla ragazza, tanto da chiamarla davanti alla legge per reticenza. Insieme alla giovane anche tre operai che prestarono i soccorsi subito dopo l’accaduto ma, al termine del processo, vennero tutti assolti. Un caso che sembrava aver trovato una pista concreta da seguire quando ad essere indagato fu un commerciante di Ferrara. L’uomo era in possesso della stessa tipologia di pistola che, secondo le indagini, sarebbe stata utilizzata per compiere l’omicidio: una Walter Ppk. Tuttavia, anche in questo caso le indagini non portarono a nulla e il commerciante venne scagionato e dichiarato innocente.
Un intreccio di testimonianze poro credibili, di false piste dapprima percorribili e poi rivelate errate, ma anche di un movente poco convincente. Secondo l’accusa l’ipotesi della rapina, sostenuta a seguito della testimonianza della fidanzata, non regge e ad uccidere Nicola fu una vera e propria esecuzione. Tuttavia, in questi quarant’anni non è mai stato fornito un vero movente e risolvere il caso del giovane Nicola Bonetti sembra essere quasi impossibile.
Al termine delle indagini la magistratura archivio il caso dieci anni dopo il delitto e tutt’oggi non si conosce il volto di colui (o colei) che ha ucciso Nicola. Nonostante la richieste della famiglia di riaprire il caso non c’è mai stata l’intenzione reale da parte delle istituzioni di fare luce su quello che, a tutti gli effetti, sembra essere un ennesimo, triste, mistero italiano di cronaca nera che non troverà mai giustizia.
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