Spunta un nuovo elemento che potrebbe portare alla soluzione del caso: l’autista del bus di Mestre aveva un dito rotto
Continua a non essere chiaro quale sia stata la causa dell’incredibile incidente avvenuto a Mestre solo due settimane fa.
Lo scorso 3 ottobre, infatti, nel tardo pomeriggio un bus è precipitato dal cavalcavia di Mestre. Erano le 19:38 e nessuno, un istante prima della tragedia, si era reso conto che il bus stava per precipitare. Ad oggi non vi è ancora una conferma ufficiale su quale sia stata la causa dell’incidente, ma dall’autopsia è emerso che l’autista del bus aveva un dito rotto. Un elemento che ha attirato l’attenzione degli inquirenti, che indagano su possibili correlazioni.
Bus precipitato, 21 morti
La sensazione è che gli inquirenti che stanno indagando siano ancora piuttosto lontani dal raggiungere la verità. Mentre scriviamo, infatti, non è stata ancora data una ricostruzione precisa di quello che è successo quel maledetto 3 ottobre. Una cosa purtroppo è certa: a morire in quello schianto furono in 21. Una tragedia che non verrà mai dimenticata, ma a cui serve dare una ricostruzione certa. L’autopsia dell’autista ha infatti escluso l’ipotesi del malore, precedentemente vista come quella più probabile.
Ma ha evidenziato un ulteriore elemento: Alberto Rizzotto, questo il nome dell’autista 40enne, aveva un dito rotto. Si tratta di un particolare non da poco, soprattutto ora che i periti avrebbero escluso problemi al cuore e, quindi, malori ad esso correlati. Ma la dinamica non è ancora chiara e quella del malore resta comunque un’ipotesi valida. Prima di precipitare il bus aveva strisciato contro il guardrail per ben 27 volte, inoltre non c’erano segni di frenata o controsterzata. Il malore, quindi, spiegherebbe tutto ciò, ma l’autopsia ha dato un’indicazione sfavorevole.
Secondo i familiari dell’autista, la frattura al dito dell’autista potrebbe essere un elemento in più che faccia pensare al guasto tecnico. La nuova ipotesi, infatti, racconta del tentativo di Rizzotto di sterzare e tenere dritto il bus, nonostante le difficoltà causate da un possibile guasto tecnico. Uno sforzo talmente elevato da causare la rottura del dito da parte dell’autista, mentre i colpi sul guardrail sarebbero proprio i tentativi dell’autista di fermare il veicolo. Un’ipotesi che non convince del tutto gli inquirenti e gli investigatori, in quanto dalle telecamere non si intravedono segni di stop da parte del bus, e nemmeno segni di frenata sull’asfalto. Ma il risultato dell’autopsia rimetterebbe tutto in dubbio. Intanto si attende il 25 ottobre, quando arriverà la tanto attesa perizia sul guardrail. Con la speranza che questo inquietante mistero venga risolto al più presto.