Intervenuto per parlare agli studenti dell’università di Cracovia, in Polonia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto mettere in guardia dai nazionalismi e ammonire chi ancora resta aggrappato a certe ideologie che fanno parte di un passato oscuro. Il presidente ha ovviamente toccato anche il tema della guerra in Ucraina, un’aggressione “di fronte alla quale nessuno può restare indifferente perché fatta a un Paese sovrano, libero, democratico, la cui popolazione è oggetto di attacchi mirati e criminali che uccidono con ferocia”. Parole molto dure e sentite da comunicare agli studenti presenti, con Mattarella che ha arricchito il discorso con saggezza e attenzione verso i giovani interlocutori.
Le parole del presidente della Repubblica italiana
Mattarella sottolinea ovviamente il chiaro e importante ruolo che la nascita dell’Unione Europea ha significato per il nuovo approccio sociale e politico nel Vecchio Continente. Alle nostre spalle stanno secoli di tragedie in cui i popoli europei si sono contrapposti ma la storia ha dato una lezione secondo cui, con un impulso irresistibile al progetto di integrazione, c’è stato un ricongiungimento di Europa occidentale ed Europa centro-orientale. Ovviamente l’UE si trova di fronte a un banco di prova importante. Ma il presidente spiega che “sarebbe inadeguato pensare a un’Europa frutto dell’affannosa ricncorsa ad affrontare problemi dettati da altri. L’esigenza di fare dell’Europa una protagonista non trova risposta nella visione di un’UE come somma temporanea e mutevole di umori e interessi nazionali e quindi, per definizione, instabile”.
Il presidente ha sottolineato ancora una volta una visione di autonomia strategica dell’UE, “in grado di assicurare una deterrenza dissuasiva e non indebolire le nostre alleanze, cioè il punto di forza del nostro sistema di difesa”. Mattarella conclude poi spiegando come sia necessario “superare, con coraggio e lungimiranza, le contraddizioni di voler puntare a una solida cornice europea senza saper superare le timidezze di chi esita ad avanzare verso la strada dell’integrazione”.