Rinvenuta la carcassa dell’orsa F36: la provincia di Trento ne aveva ordinato l’abbattimento, sentenza contestata dal Tar.
“Fare chiarezza sulle cause del decesso dell’orsa” – così Gianmarco Prampolini, presidente della Lega Antivivisezione, ha espresso tutto il suo sgomento. L’orsa F36 era responsabile di una presunta aggressione ai danni di due escursionisti. La coppia infatti avrebbe incontrato l’esemplare a Roncone, mentre quest’ultima stava dormendo insieme al suo cucciolo. Colta di sorpresa e travolta dall’apprensione per il piccolo, F36 avrebbe quindi reagito. I due turisti spaventati sono infine tornati in paese illesi ed hanno segnalato l’accaduto alla provincia di Trento, ottenendo l’ordine per la cattura e abbattimento.
Il Tar ha contestato immediatamente la decisione della Provincia, sottolineando la natura difensiva della reazione dell’esemplare. F36 infatti aveva sette anni e non aveva mai dato problemi ai residenti e turisti della zona. Rimosso l’ordine di abbattimento, venne tuttavia confermato quello di cattura – anch’esso contestato in quanto il cucciolo dell’orsa non era ritenuto autosufficiente e quindi in grado di sopravvivere senza l’assistenza della madre. Giovedì 28 settembre le autorità hanno recuperato la carcassa dell’animale, in seguito all’attivazione del sensore di mortalità installato nel radiocollare.
Orsa F36 morta per cause sconosciute: il Tar chiede che venga fatta luce sulle vicenda
E’ una coincidenza che l’orsa F36 sia deceduta in seguito all’annullamento dell’ordine di abbattimento? Quanto accaduto non convince i membri del Tar di Trento, tantomeno gli iscritti alla Lega antivivisezione. La carcassa dell’animale è stata recuperata in Val Bondone, rinvenuta mercoledì 27 settembre. La Guardia Forestale ha impiegato ben 24 ore per raggiungere il corpo dell’animale. Come vuole la prassi, mamma orsa è stata poi consegnata all’Istituto Zooprofilattico, in modo che i professionisti possano analizzare le possibili cause del decesso.
Non si sa nulla invece del piccolo, ritenuto dai veterinari incapace di provvedere autonomamente alla sua sopravvivenza. Contrariamente a quanto accaduto per Amarena quindi, abbattuta da un allevatore abruzzese 56enne, la situazione in questo caso è molto più delicata. I piccoli di quest’ultima, così come i cuccioli dell’ora JJ4 – responsabile dell’uccisione di Andrea Papi – erano infatti autosufficienti e completamente autonomi rispetto alla presenza o meno della madre.
Tale tragedia dunque potrebbe contemplare due vittime: F36 per cause sconosciute e il suo cucciolo, a meno che la Guardia Forestale non provveda a rintracciarlo e condurlo in una zona di sicurezza. “LEAL pretende che sia fatta immediatamente la massima chiarezza” – si legge – “la sua morte non può essere ritenuta casuale”.